F1 2014, Ecclestone: via i piccoli team e tre macchine a scuderia
Ecclestone rilancia l'idea di una Formula 1 con tre macchine a team e senza i "piccoli"
da Derapate, il
Bernie Ecclestone è come un disco rotto. Più o meno ripete sempre le stesse cose. Su Monza, minaccia di andar via, come già fece in passato; quanto allo spettacolo e al problema dei costi da ridurre, c’è la sempreverde idea della terza macchina per i team più grandi. I piccoli? Problemi loro, se ne vadano a casa se non riescono a sopravvivere. La sintesi del pensiero è questa. Se possiamo anche concordare con la teoria secondo la quale o riesci a stare nel business, oppure, inutile insistere, quella della terza macchina non sembra una formula vincente.
Cosa cambierebbe? Anziché Rosberg e Hamilton, in Austria avremmo avuto Rosberg, Hamilton e un terzo pilota sulla W05 a levare il podio a Bottas. Inutile girare troppo intorno, lo spettacolo non sarebbe certo aumentato. Per seguire la diretta delle prove libere 2 da Silverstone, BASTA CLICCARE QUI!
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Una Ferrari in più? Non cambierebbe le sorti dei gran premi. «Devono fermarsi. Se non hai le risorse finanziarie, vai fuori. Sono già pronto per una Formula 1 con otto team e tre macchine per ognuno», rilancia Ecclestone nell’intervista a La Gazzetta dello Sport. Si innalzerebbe la qualità generale, ma non avrebbe effettivi risvolti spettacolari.
La logica del ragionamento di Ecclestone è tutta commerciale, d’altronde da uno che si preoccupa del rumore – come purtroppo tanti altri – senza accorgersi che quest’anno abbiamo avuto gare più spettacolari di molte corse nel 2013 (e anche prima), difficile attendersi altre finalità: «E’ meglio avere una terza Ferrari o una Caterham? Ferrari potrebbe magari trovare nuovi sponsor negli Stati Uniti e un pilota americano: fantastico!», rilancia. Sì, fantastico per lui, pronto a mettere figure improbabili, gente buona per il gossip e far parlare della Formula 1. Poi, prosegue: «E’ un peccato per gli altri. Prendi la Caterham: hanno investito molti soldi e ne servirebbero almeno altrettanti, così devono ricorrere ai piloti paganti. Per cosa, se non sono stati mai competitivi?».

La realtà che nessuno sembra voler accettare è che tutti i team arrivati per far numero hanno sempre incontrato difficoltà enormi sul piano economico, quindi tecnico. Marussia e Caterham non sono le uniche e all’orizzonte vedremo cosa saprà fare il team Haas, in arrivo nel 2016. Senza tagliare drasticamente i costi, livellare la capacità di spesa di grandi colossi, team medi e piccoli, le disparità saranno continue. Una terza macchina è il palliativo per riempire la griglia, senza un vero riscontro spettacolare.
«Non è facile partire da zero, in Formula 1 servono soldi. Comprare un team con una galleria del vento, un simulatore e tutto il resto, richiede un investimento intorno ai 150 milioni di euro. E non hai ancora nemmeno iniziato: poi servono i piloti, i giusti tecnici per progettare la macchina (e quelli giusti sono pochi e costano): è per questo che la Ferrari voleva Newey», ammette infine Ecclestone.
Cosa ne pensate? Tre macchine in griglia per sostituire Marussia, Caterham, Sauber, sarebbe la soluzione giusta?
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