L’ex progettista della Ferrari di Formula 1, Nicholas Tombazis, intervistato dal Corriere della Sera, racconta la sua verità a quasi un anno dal suo brusco licenziamento. C’era già lui ai tempi dei successi di Schumacher e delle belle Ferrari del primo Raikkonen. C’era lui nel periodo delle frustrazioni di Alonso. E proprio per lo spagnolo ha un pensiero particolare:“Ho un cruccio: non gli abbiamo mai dato un’auto vincente. È stato a lungo il pilota migliore e forse lo è ancora. Pian piano gli è montata la sfiducia: ci sta. Ma se la macchina era al massimo da quinto posto, Fernando arrivava quarto. Secondo la mia visione romantica, la Ferrari avrebbe fatto bene a tenere lui e… me”. Per seguire il LIVE delle qualifiche in diretta web del GP Monza F1 2015, BASTA CLICCARE QUI!
Tombazis ora è libero di parlare
In molti, da qualche anno a questa parte, si sono chiesti come mai Nicholas Tombazis fosse rimasto al suo posto nonostante gli scarsi risultati che avevano già fatto saltare gente come Aldo Costa e, prima ancora, Luca Baldisserri, Chris Dyer, etc. etc. C’è voluto il drastico divorzio dal team principal Stefano Domenicali e dal suo successore Marco Mattiacci. C’è voluto l’addio di Montezemolo e l’inizio del nuovo corso firmato Marchionne-Arrivabene per vederlo allontanato assieme ai vecchi vertici dello staff tecnico come Pat Fry e Luca Marmorini. Per alcuni tifosi particolarmente critici è stata una vera liberazione. “Le sensazioni sono miste e complicate. Ma non permetterò all’amarezza dell’ultimo periodo di cancellare i momenti belli e il fatto che alla Ferrari ho dato il cuore”, ha dichiarato una volta scaduto il vincolo del “silenzio contrattuale e prima di lasciare la casa di Maranello per tornarsene con la famiglia nella sua Grecia.
Tombazis: “Io capro espiatorio della ‘nuova’ dirigenza Ferrari”

I rimpianti più grandi sono per Alonso
Il non aver dato a Fernando Alonso una monoposto vincente è la causa e la conseguenza di tutti i mali che hanno afflitto lo staff tecnico della Ferrari dal 2010 in poi. “Dal 2010 la Red Bull è sempre stata superiore, Newey è un genio e in Inghilterra hanno approfittato dello strapotere in quel momento dell’aerodinamica e del vantaggio di non avere la pressione che c’è in Ferrari. Però Fernando l’ha quasi battuta. Il titolo ci avrebbe aiutato? Sì, soprattutto sul piano psicologico. Però dal 2009 non abbiamo mai avuto una monoposto al top – ha ammesso Tombazis – Nel 2008 abbiamo lottato fino all’ultimo con la McLaren e al 2009 siamo arrivati in ritardo. Lo scenario ha preso una piega sbagliata: spingevamo lo sviluppo della macchina del momento e non badavamo al domani. Oltretutto c’erano problemi con la galleria del vento. Ero parte di un circolo vizioso che ha generato un effetto domino, fermato solo da James Allison: mi ha messo nelle condizioni, in tempi adeguati, di lavorare sull’auto del 2015. Mi dispiace che a dicembre non abbia avuto la pazienza di attendere i risultati“. Quello del tecnico greco, comunque, pare – almeno stando alle sue parole – più un arrivederci che un addio. Staremo a vedere. A Maranello, a partire da Allison, c’è ancora gente che crede in lui.