Marchionne ha rappresentato al meglio la figura del manager e il suo patrimonio era considerevole.
Ci sono dei personaggi che dimostrano di saper guardare ben al di là di quello che le persone comuni possono solo immaginare. Sergio Marchionne rientra nella categoria dei grandi geni del settore automobilistico, con il suo nome che è destinato a rimanere per sempre impresso nella memoria collettiva.
Ciò che negli anni ha saputo realizzare con la Fiat è un qualcosa di sensazionale e forse senza precedenti, anche perché nessuno, soprattutto nelle condizioni del marchio a inizio Millennio, avrebbe mai immaginato che si sarebbe arrivati all’acquisizione di Chrysler. Un risultato eclatante e che ha permesso alla casa torinese di imporsi sempre di più nel settore.
La morte di Marchionne è arrivata purtroppo troppo presto, quando questi avrebbe avuto ancora modo di poter dare una mano nella crescita e nello sviluppo di un marchio storico. Intanto però è giunto anche il momento di riguardare alla storia del manager abruzzese e capire a quanto ammontasse il suo patrimonio.
Si sa che il settore automobilistico vive di grossi sbalzi e di alti e bassi continui, ma nel momento in cui si ha modo di dargli una direzione lineare, per qualcuno può diventare molto redditizio. Lo si vede con ciò che pubblicava la rivista svizzera Bilanz, con questa che stilava una classifica nella quale si ammiravano i più ricchi residenti in Svizzera.
Tra questi vi era anche Sergio Marchionne, un uomo che ha legato moltissimo la propria vita alla nazione elvetica. Ecco dunque come proprio da queste pagine diventa possibile conoscere quello che era il suo patrimonio, considerando infatti come questo variasse tra i 500 e i 600 milioni di Franchi, tra i 536 e i 644 milioni di euro.
Delle cifre davvero molto importanti e che sicuramente dimostrano come nel settore dei motori sia possibile dare vita a una serie di pazzeschi affari. Sicuramente il ruolo di Marchionne fu determinante per il rilancio della Fiat, dunque se da un lato è vero che riuscì ad avere enormi benefici economici, dall’altro furono molti di più i soldi che diede modo di far intascare alle sue aziende. Anche con i lavoratori ha sempre avuto un occhio benevolo, cercando di limitare al minimo la delocalizzazione e dando così modo a tutti di poter essere orgogliosi di lavorare per i grandi marchi dell’allora FCA.
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