Il governo chiude le porte agli incentivi statali: ecco cosa accadrà, la decisione è definitiva
Il mondo dell’automotive è in crisi. Una difficoltà generalizzata che non riguarda soltanto l’Italia o comunque i marchi tricolore, anzi. Nel nostro Paese nel mese di novembre si è registrato ancora un dato negativo: -10,8% rispetto a 12 mesi fa ed è per la quarta volta consecutiva che i numeri sono negativi. Insomma, una situazione davvero difficile: basti pensare che Stellantis ha perso oltre il 20% (-24,6% per essere precisi), con la produzione della 500X ferma e diverse fabbriche senza lavoro.
E non va meglio altrove, anzi: la Volkswagen addirittura è pronta a chiudere tre fabbriche, a tagliare la produzione e licenziare quasi 15mila dipendenti. Un momento davvero complessa, dovuta ai prezzi sempre più alti delle vetture ma anche a quello delle assicurazioni e della benzina, una vera mannaia per gli italiani, con le accise che rendono questo carburante costosissimo.
E sembra che la situazione non possa migliorare, almeno in Italia. Il governo ha infatti annunciato come per il 2025 non vi saranno incentivi per l’acquisto di vetture nuove. Fino al 2024, infatti, erano stati quasi decisivi per spingere gli italiani a rinnovare il parco auto.
Tra i problemi più grandi del settore c’è quello relativo alle vetture elettriche. I marchi hanno investito migliaia di euro in questo settore ma i riscontri sono stati decisamente bassi: pochissime, infatti, le auto vendute ad oggi, per un problema che ha solo acuito la crisi. Possibile dipenda da una competitività scarsa nei confronti di brand statunitensi e cinesi, ma anche dal prezzo fin troppo elevato rispetto alle versioni a benzina.
E così il governo italiano ha voluto preservare l’indotto ed i marchi locali. Come? Nessun incentivo per quanto riguarda l’acquisto di veicoli ad emissioni zero ma, al contempo, un investimento di oltre 750 milioni di euro, una cifra mai così alta. Al momento il governo non ha reso noto le modalità di intervento ma tutto sarà più chiaro il prossimo 17 dicembre, quando vi sarà il tavolo organizzativo di lavoro.
Già sono partite le prime polemiche tra gruppi parlamentari e politici e sembra proprio che le dimissioni del CEO di Stellantis Tavares sia arrivato anche per il rapporto conflittuale tra tutti i protagonisti, dai distributori ai fornitori fino a governi e sindacati. Di certo c’è che serve una svolta, ora davvero necessaria per tutto il movimento.
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