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Altro che Appia, la strada più antica d’Italia è un’altra: risale ai tempi dell’Antica Roma

Pubblicato da
Simone Tortoriello

Non è l’Appia la strada più antica d’Italia: un sorprendente viaggio nella storia della prima grande arteria romana ancora utilizzata oggi.

Quando si pensa alle strade più antiche d’Italia, il pensiero corre immediatamente alla Via Appia, la celebre “Regina Viarum” che collegava Roma a Brindisi. La sua fama è indiscutibile, così come la sua importanza storica e simbolica, ma è davvero questa la strada più antica del nostro Paese? Sorprendentemente, la risposta è no. Esiste una via ancora più antica, meno nota ai non addetti ai lavori, ma altrettanto fondamentale per comprendere le radici del sistema viario romano e la sua eredità.

Le strade romane rappresentano uno degli aspetti più affascinanti della nostra storia antica: arterie che hanno unito territori, diffuso culture e plasmato il paesaggio. Pensare che una di queste strade abbia preceduto la celeberrima Appia è un fatto che suscita curiosità e meraviglia. Ma allora, qual è questa strada dal primato sorprendente?

Non è l’Appia la strada più antica d’Italia

La risposta si trova nell’‘Emilia-Romagna, dove la Via Aemilia, costruita tra il 189 e il 187 a.C., si impone come la più antica strada romana ancora nota e riconoscibile. La Via Aemilia, meglio conosciuta oggi come Via Emilia, rappresenta uno straordinario esempio di ingegneria romana. La sua costruzione è avvenuta sotto la supervisione del console Marco Emilio Lepido, da cui prende il nome. Questa antica arteria attraversa ancora oggi l’Emilia-Romagna, collegando Rimini a Piacenza con un percorso che si estende per oltre 250 chilometri. La sua funzione originaria era duplice: facilitare il controllo dei territori conquistati e promuovere il commercio tra le regioni settentrionali della penisola.

Ciò che rende la Via Emilia unica è la sua sorprendente attualità: gran parte del suo tracciato è ancora utilizzato nella moderna rete stradale italiana, testimonianza del genio e della lungimiranza dei Romani. Anche se meno famosa rispetto alla Via Appia, è un simbolo di come la rete viaria romana abbia posto le basi per lo sviluppo economico e culturale della penisola.

Via Emilia è la strada più antica (Derapate Alla Guida)

 

La costruzione della Via Emilia non fu solo un’opera di ingegneria, ma anche una dichiarazione di potere. Realizzata pochi decenni dopo la conquista della Gallia Cisalpina, la strada serviva come un’arteria strategica per collegare i nuovi territori romani con il resto della penisola. Rimini, il punto di partenza della Via Emilia, era già collegata a Roma tramite la Via Flaminia, creando così una connessione diretta tra la capitale e le ricche terre del Nord.

Oltre alla sua importanza strategica, la Via Aemilia è stata un catalizzatore per lo sviluppo urbano. Le città che si trovano lungo il suo percorso, come Bologna, Modena, Parma e Piacenza, devono in parte il loro sviluppo alla presenza di questa strada. Questi centri urbani nacquero e prosperarono grazie alla facilità di accesso e al flusso costante di persone e merci.

Un capolavoro di ingegneria e un’eredità senza tempo

Dal punto di vista tecnico, la costruzione della Via Emilia segue i principi tipici delle strade romane. Il suo tracciato è rettilineo, ove possibile, e presenta una struttura solida e duratura. La strada era composta da diversi strati: uno di pietre grosse come base, seguito da uno strato di ghiaia e sabbia, e infine una superficie liscia di lastre di pietra. Questo metodo garantiva una durata eccezionale, come dimostra il fatto che molte parti della Via Emilia sono ancora visibili oggi.

Le strade romane non erano solo infrastrutture: erano veri e propri strumenti di conquista e civilizzazione. La loro presenza consolidava il controllo romano sui territori e favoriva lo scambio culturale e commerciale. La Via Emilia, in particolare, è un esempio lampante di come i Romani non costruissero solo per il presente, ma con una visione che si proiettava nei secoli.

L’eredità della Via Aemilia è evidente ancora oggi. Il suo tracciato è alla base della moderna rete stradale della regione e molte delle città lungo il suo percorso sono diventate poli di eccellenza economica e culturale. Questo capolavoro dell’ingegneria romana non è solo una testimonianza storica, ma un elemento vivo e funzionale del nostro presente.

Riconsiderare il ruolo della Via Emilia nella storia d’Italia permette di riscoprire quanto profonda e duratura sia stata l’impronta lasciata dai Romani sul territorio. Forse è il momento di dare a questa straordinaria strada il riconoscimento che merita, al pari della celeberrima Via Appia.

Simone Tortoriello

Classe 1996, Giornalista Pubblicista. Amante del calcio, dei motori e dello sport in generale, dopo l’esperienza fallimentare sul prato verde ho avuto maggior fortuna nel “dietro le quinte”. Grande tifoso dell’Inter e della Ferrari, sono cresciuto al momento giusto per godermi il periodo più buio della storia di entrambe.

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