Non sarà semplice il finale di stagione per Max Verstappen e la sua Red Bull, con un terremoto che scuote la F1.
Se c’è un fenomeno che ha dimostrato negli ultimi anni di saper alzare sensibilmente il livello delle prestazioni della monoposto, quello è stato proprio Max Verstappen. L’olandese ha dimostrato in carriera di saper essere meritatamente un tre volte campione del mondo, traguardo che solo pochi hanno raggiunto in carriera.
La Red Bull deve resistere dai duri attacchi della McLaren, con il colosso di Woking che non solo ha colmato il divario di inizio anno con la casa austriaca, ma ora è chiaro come sia lei le più forte del circus. Lando Norris continua a rosicchiare dei punti al rivale olandese, con i 52 punti di margine che ora non sembrano più insormontabili.
La Pole position nella qualifica della Sprint Race dimostra ancora una volta come l’olandese sia davvero di un altro livello per tutti e punta a tornare alla vittoria in quel di Austin. Intanto la sua monoposto è stata duramente contestata, con l’olandese che ha dovuto così difendere il suo operato e quello dei meccanici.
Di recente è apparso come alcune componenti di casa Red Bull non fossero del tutto a norma. Si tratta infatti del caso che è diventato noto come T-Tray, ovvero un sistema che permetteva così di regolare l’assetto in modo diverso tra gara e qualifica, andando così contro al regolamento del Parco Chiuso.
Una decisione che ha fatto molto discutere, con la regolarità del Mondiale che dunque è minata. Verstappen ha parlato nella conferenza stampa pre GP delle Americhe e ha voluto specificare come in realtà non ci sia mai stato alcun vantaggio verso Red Bull. “La documentazione tecnica è open source e tutti i Team ne erano a conoscenza. Per noi era uno strumento utile quando la macchina era smontata e facile da regolare. Per noi non cambia nulla in gara”.
Verstappen ha inoltre sottolineato come secondo lui sarebbero coinvolti anche altri Team in questa situazione, ma invece è solo Red Bull che dovrà spiegare le sue scelte alla FIA. Anche Perez ha spiegato come fosse a conoscenza di questo sistema, ma come allo stesso tempo non lo abbia mai utilizzato in gara. Il messicano ha inoltre concluso spiegando come sia compito della FIA tracciare cosa sia legale e illegale.
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