Così è una mazzata senza precedenti. La nuova tassa colpisce le auto elettriche e spazza via la convenienza.
A partire dal 2035 in Europa non potranno più essere immatricolate auto a diesel o a benzina, ma solo elettriche o alimentate a carburante sintetico. Sebbene ormai sia cosa nota da tempo e manchino appena dieci anni alla data X, il Vecchio Continente stenta ancora a lasciarsi convincere e continua a preferire le motorizzazioni diffuse fino ad oggi. Sicuramente un atteggiamento molto meno aperto alla novità rispetto a quello della Cina dove gli EV hanno addirittura superato per numero i mezzi a motore endotermico.
Ma se malgrado lo scetticismo europeo la Commissione di Bruxelles non accenna ad indietreggiare a proposito della strategia volta ad abbassare l’inquinamento atmosferico, qualcun altro ha deciso di intraprendere la strada opposta mettendo in grave difficoltà i produttori di vetture a spina. In sintesi, anziché agevolare il commercio delle automobili a zero emissioni rendendole economicamente convenienti, ha preferito aggiungere una tassa extra allontanando ancora di più l’utenza meno abbiente.
Donald Trump lo aveva promesso in campagna elettorale e non appena e stato eletto per la seconda volta a presidente degli Stati Uniti ha ribadito il proposito. Seguendo il suo motto “America first”, il Tycoon ha messo in agenda e approvato una serie di pesanti dazi rivolti alle merci europee e asiatiche, così da scoraggiare il libero scambio e permettere alle aziende locali di avere una sorta di monopolio.
Non stupisce quindi che ad essere colpite siano anche le vetture elettriche realizzate fuori dai confini statunitensi, ma non solo. L’ultima proposta sull’argomento arriva dal Senato che ha richiesto l’abolizione dei crediti d’imposta stabiliti dal precedente presidente Biden, fissati a 7mila dollari per i mezzi nuovi di zecca e a circa 4mila dollari per quelli di seconda mano. Addio quindi agli aiuti per qualunque genere di auto ecologica e addirittura in arrivo una penalizzazione per chi le acquista.
Sì perché la seconda domanda riguarda una tassa extra da ben 1.000 dollari indirizzata a coloro che scelgono la tecnologia verde. La ragione? Ufficialmente per trovare dei fondi utili per la manutenzione delle strade, ma è chiaro che si tratti di una motivazione fittizia per mascherare la lotta contro gli EV, un’opposizione che potrebbe essere ulteriormente aggravata da una somma in più da versare per il semplice utilizzo.
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