Un fulmine a ciel sereno per chi credeva nell’auto elettrica: annuncio shock della Casa Bianca, una tecnologia che viene abbandonata
C’è poco da girarci intorno: questa volta Donald Trump ha deciso di puntare il dito contro le auto elettriche. E lo fa con una decisione che pesa come un macigno sulle spalle di chi, negli ultimi anni, aveva scommesso tutto sulla mobilità a zero emissioni.
Dopo quindici anni di sussidi generosi, la politica americana volta pagina e lo fa senza mezzi termini. La notizia circolava già da qualche settimana tra gli addetti ai lavori, ma ora è ufficiale: gli incentivi federali per l’acquisto di auto elettriche saranno cancellati con effetto quasi immediato. Una mossa che, a detta di molti, rischia di mettere in ginocchio un intero settore e di riscrivere le regole del mercato.
Avete presente quei 7.500 dollari di credito d’imposta che, fino a ieri, rendevano più abbordabili le vetture elettriche nuove? Dimenticateli. Dal 30 settembre, la festa è finita. E non è un semplice taglio: è una vera e propria inversione di marcia, orchestrata dal nuovo corso trumpiano che, senza tanti giri di parole, ha deciso di togliere la spina alla transizione ecologica.
Il Senato ha già dato il via libera, complice il voto decisivo del vicepresidente JD Vance, e ora manca solo la firma del Presidente. Una formalità, visto il tempismo studiato per arrivare giusto in tempo per il 4 luglio, la festa nazionale.
Il risultato è una doccia gelata per costruttori e concessionari, che si ritrovano con oltre 140.000 elettriche invendute nei piazzali. E non si tratta di semplici numeri: senza incentivi, il prezzo delle auto a batteria rischia di salire di quasi il 20%.
Trump ha deciso di mettere mano anche alle regole sui consumi. Addio alle multe per chi non rispetta gli standard CAFE: un colpo di spugna che, secondo le associazioni dei consumatori, rischia di togliere ogni stimolo all’innovazione. In pratica, chi produce auto meno efficienti non dovrà più temere sanzioni. Un messaggio chiaro: la priorità non è più l’ambiente, ma la libertà di mercato.
Tra le vittime illustri di questa svolta c’è anche Lucid Motors, uno dei marchi che più aveva puntato sull’elettrico made in USA. Le regole per ottenere il credito d’imposta erano già severe – produzione nordamericana, uso personale, limiti di reddito – ma ora tutto questo diventa carta straccia; la fine dei crediti legati alle batterie, prevista per il 2026, suona come l’ultimo atto di una stagione che si chiude.
L’auto elettrica, da promessa per tutti, rischia di tornare un privilegio per pochi. E gli Stati Uniti, che fino a ieri volevano guidare la rivoluzione verde, ora sembrano pronti a lasciare il volante. Con Trump al comando, la strada dell’elettrico si fa tutta in salita.
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