L’industria dell’Automotive 2.0 stenta ancora a squarciare un secolo abbondante di tradizione termica. Il governo ha preso una decisione clamorosa.
Auto elettrica sì o no? La domanda che tantissimi automobilisti si stanno ponendo è se conviene lasciare la strada vecchia per quella nuova. In una fase di profonda trasformazione i più saggi sono soliti attendere il timing perfetto per cambiare direzione. Per ora, nonostante gli incentivi, gli italiani hanno deciso per lo più di rimanere fedeli alle care vecchie automobili a benzina o diesel.
Per molti l’elettrico sarebbe un salto nel buio senza le giuste infrastrutture di ricarica in città. Il numero di colonnine è ancora piuttosto esiguo. Scegliere una EV ha anche i suoi vantaggi in termini di consumi, emissioni Co2, bollo e superbollo, manutenzione ordinaria semplificata, ma il prezzo d’acquisto per la fascia media è elevato. Inoltre, le EV non conservano il loro valore nel tempo.
Sono auto che hanno una scadenza a causa di un pacco batteria che dura tot anni o km. Sul mercato dell’usato la svalutazione, già solo dopo 5 anni, è enorme. Il piacere di guida non può nemmeno essere paragonato a quello di un’auto termica, al di là dell’assenza del sound.
Per tutti questi motivi, per ora, le EV non hanno sfondato alle nostre latitudini. La politica sta incentivando in tutti i modi il passaggio all’elettrico, seguendo il diktat europeo. Dal 2035, in sede europea, si è scelto di non vendere più auto con motori a combustione, ibride comprese. Una decisione che dovrebbe stravolgere gli scenari nostrani. In Asia dovrebbe presto arrivare un programma di certificazione pubblico e trasparente per i consumatori, che riguardi le batterie usate sulle vetture elettriche in vendita.
Dopo gli incendi avvenuti negli ultimi mesi, sono arrivate pressioni politiche per imporre a tutti i costruttori di rivelare “volontariamente” le caratteristiche delle batterie di ogni auto elettrica. La questione è nata in Corea del Sud dopo l’incendio causato da una Mercedes full electric in un parcheggio. All’appello dell’esecutivo della Corea del Sud hanno già risposto presente Hyundai-Kia, Bmw, Renault, Polestar, Porsche, Jaguar-Land Rover, Stellantis, Tesla, General Motors e Volkswagen.
La volontà è di garantire una trasparenza in un mercato che non manca di certificazioni e omologazioni per le batterie. Una certificazione pubblica avrà l’obiettivo di informare, ma non può contribuire da sola alla maggior sicurezza delle EV. Non resta che vedere se anche in Europa, come più volte auspicato da alcuni esponenti, si arriverà presto ad una “carta d’identità” per le batterie delle auto a zero emissioni.
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