Un’ondata di panico sta per travolgere moltissimi automobilisti, proprietari di auto diesel che presto potrebbero diventare inutilizzabili per lunghi periodi dell’anno.
La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Il Consiglio Regionale del Piemonte ha appena approvato un nuovo Piano per la qualità dell’aria che cambierà per sempre il volto della mobilità locale. Un piano che nasconde, dietro il linguaggio burocratico e i numeri apparentemente freddi, una vera e propria rivoluzione per le strade piemontesi.
Nessuno se lo aspettava, eppure sta per succedere davvero. Le auto diesel Euro 5, quelle che fino a ieri consideravamo quasi nuove, stanno per diventare dei pezzi da museo. E non tra dieci anni, ma molto prima.
La data è già scritta sul calendario: 1° ottobre 2025. Da quel giorno, nei comuni piemontesi con più di 30mila abitanti, le auto diesel Euro 5 dovranno restare ferme. Il divieto durerà fino al 15 aprile 2026, per poi ripetersi ogni anno nello stesso periodo, da settembre ad aprile.
I numeri parlano chiaro: oltre 250mila veicoli coinvolti, l’8% del parco auto regionale. Un’enormità. Torino, Alessandria, Novara – le grandi città saranno le prime a dover fare i conti con questa rivoluzione verde. E pensare che questi diesel, immatricolati tra il 2011 e il 2015, erano il fiore all’occhiello della tecnologia automobilistica. Con i loro filtri antiparticolato rappresentavano il meglio in fatto di emissioni. Ma il tempo corre veloce, e quello che ieri era all’avanguardia oggi non basta più.
La Regione ha stanziato 4 miliardi di euro per ammortizzare il colpo. Di questi, 2,9 miliardi andranno alla mobilità. Si parla di bus nuovi, treni moderni, trasporto pubblico potenziato. Per i giovani under 26 si profila addirittura la possibilità di viaggiare gratis sui mezzi pubblici. Belle parole, certo, ma basteranno a placare la rabbia di chi dovrà lasciare l’auto in garage?
Il presidente Cirio parla di “metodo scientifico” e dati Arpa alla mano. Chiede più risorse all’Europa per non lasciare indietro nessuno. L’assessore Marnati rilancia con progetti avveniristici: intelligenza artificiale, biocarburanti, additivi biologici. Ma intanto il tempo stringe.
La verità è che questa decisione cambierà la vita di molte famiglie. Chi usa l’auto per lavoro dovrà trovare alternative. Chi vive in provincia dovrà ripensare i propri spostamenti. Non sarà facile, soprattutto per chi non può permettersi di cambiare auto dall’oggi al domani.
Il Piemonte fa da apripista, ma è solo l’inizio. Altre regioni seguiranno, prima o poi. La transizione ecologica non è più una scelta, è diventata una necessità. E come tutte le rivoluzioni, farà vittime e creerà opportunità.
Le città cambieranno volto. Meno traffico, aria più pulita, nuovi modi di spostarsi. La strada verso un futuro più sostenibile è tracciata. Resta da vedere quanti riusciranno a percorrerla senza rimanere indietro. Nel frattempo, il consiglio è uno solo: iniziare a pensare a un piano B. Perché quando il divieto entrerà in vigore, sarà troppo tardi per cercare alternative.
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