Chiude la Volkswagen, è bufera: il colpo di scena è clamoroso, arriva l’annuncio disperato
La Volkswagen è in una crisi senza precedenti. Il marchio tedesco è in una difficoltà talmente grande che quasi non si vede la via d’uscita. Una difficoltà che, di fatto, si espande a macchia d’olio in tutti i marchi del gruppo, dall’Audi alla Seat e Cupra, fino alla Bentley, Porsche, Lamborghini, Bugatti e Ducati tanto per citarne alcune. Insomma, un vero e proprio disastro per il gruppo tedesco con sede a Wolfsburg.
Da mesi, ormai, è in atto un vero e proprio dialogo tra i vertici del brand ed i sindacati sul piede di guerra, con il governo Federale tedesco sceso in campo per provare a dirimere una questione sempre più complicata. Le cause della crisi sono molteplici: il settore dell’automotive è decisamente in difficoltà , con le vendite che calano mese dopo mese a causa dei costi sempre più elevati. Basti pensare che in Italia per il quarto mese consecutivo è stato registrato il segno negativo, indice di una situazione davvero molto preoccupante.
Come se non bastasse tutto ciò, c’è da sottolineare anche il problema relativo all’elettrico: tantissimi gli investimenti effettuati in questo settore per provare a risolvere una situazione sempre più complessa, con le vendite che non giustificano bene i soldi spesi per riconvertire le fabbriche e puntare sulle emissioni zero e l’energia pulita, peraltro obbligatoria in Europa dal 2035.
Come detto, la crisi della Volkswagen ha chiamato in causa anche il Parlamento tedesco. Il Cancelliere Olaf Scholz, senza mezzi termini, ha evidenziato come la chiusura degli stabilimenti – si parla di addirittura tre, con circa 15mila dipendenti licenziati – sarebbe un grave errore da part dell’azienda, considerando come la casa automobilistica più grande d’Europa abbia una responsabilità diretta nei confronti dei suoi dipendenti.
Un tentativo disperato da parte del Cancelliere che sta provando a mettere una pezza ad una serie di errori commessi. In primis nessuna protezione dell’auto elettrica e del Green Deal tedesca ed europea, il blocco di acquisto del gas russo per punire Putin che ha comportato aumenti stellari per il costo dell’energia per l’industria che ha comportato fabbriche da chiudere e tagli dell’occupazione ed il reddito di cittadinanza a tutto spiano.
Intanto prosegue la disputa con il personale per quanto riguarda le chiusure possibili degli stabilimenti e del taglio del personale, con le trattative che proseguiranno in questi giorni. Scholz, al Funke Media Group, ha peraltro sostenuto come la situazione sia così grave anche per le cattive decisioni dei manager.
Ed anche lo Stato della Bassa Sassonia, azionista della Volkswagen, il secondo maggiore, ha chiesto al Gruppo con sede a Wolfsburg di non chiudere le fabbriche.
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