Scatta l’allarme in Europa: “Costerà il doppio”. Il futuro dell’automotive preoccupa, sono in arrivo brutte notizie.
Il dibattito sul futuro dell’automotive europeo continua ad essere particolarmente acceso. Le aziende automobilistiche del vecchio continente stanno attraversando un periodo di grossa difficoltà e incertezza: da un lato i costi della transizione elettrica e le normative sulle emissioni sempre più stringenti dell’Unione Europea, dall’alto la crescente concorrenza che arriva dalla Cina, con modelli che (forti degli aiuti statali e degli investimenti degli scorsi anni) arrivano nel nostro continente a prezzi stracciati.
Il risultato è una domanda in forte calo, e una necessità da parte delle aziende di invertire quanto prima la tendenza. Sul tema è intervenuto anche Luca de Meo, CEO di Renault, che ha provato ad analizzare la complessa situazione dell’automotive europeo e a delineare il futuro dell’industria. Lo scenario dipinto dal dirigente della casa francese non è certo dei più rassicuranti.
De Meo sembra avere ben chiaro il passo da fare per riuscire a far risalire i numeri dell’automotive europeo: produrre modelli che siano appetibili e accessibili per i più giovani. Il CEO di Renault ha sottolineato l’importanza di avere modelli creativi e al passo con le ultime tecnologie e le ultime dotazioni. Alllo stesso tempo, però, ha spiegato l’importanza di proporre veicoli che abbiano costi accessibili. “Non è che non vogliano comprare auto, è che non possono permettersele” ha detto in relazione al presunto scarso interesse dei giovani verso le macchine.
Su questo punto, de Meo ha chiamato in causa anche l’Unione Europea: le normative continentali hanno condizionato le strategie delle aziende, e in molti casi fatti lievitare i costi di produzione, impedendo alle aziende di proporre prezzi più bassi e accessibili per la clientela. “Devono farci produrre auto che la gente possa permettersi” ha detto. “Una Clio costerà il 40% in più tra 10 anni se continuiamo con queste norme, non se la potranno più comprare” ha avvisato. L’appello, insomma, è alla creazione di norme che non siano da ostacolo, ma che possano invece consentire di essere competitivi.
La posizione di Renault non è troppo diversa da quella espressa anche da John Elkann e da Stellantis, per far risalire l’industria del continente è necessario il contributo delle istituzioni europee e una maggiore flessibilità dal punto di vista delle norme, in modo da sostenere l’industria e da permettere alle aziende di proporre prezzi pari a quelli delle auto cinesi.
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