Un prototipo finlandese mette i motori nelle ruote: risposta più pronta, peso giù e spazio liberato, con numeri che fanno rumore.
L’idea è radicale e lineare: inserire il motore dentro la ruota per comandare ogni pneumatico in modo diretto. È il percorso intrapreso da Donut Lab, piattaforma finlandese di sviluppo EV, che sta collaudando una soluzione capace di ridurre quasi a zero la latenza tra pedale e rotazione del pneumatico.
È una transizione che cerca efficienza, costi più bassi e ingombri ridotti, in un contesto in cui l’industria alterna entusiasmi e ripensamenti tra elettrico e idrogeno il motore in-wheel rappresenta una soluzione concreta e alternativa, che supera in efficienza tutte le soluzioni conosciute.
Portando i motori vicino alle ruote e accorciando al minimo gli organi di collegamento, la trasmissione della potenza diventa più pronta e la gestione di ogni singola ruota più precisa. L’obiettivo è cancellare il ritardo che i sistemi tradizionali non eliminano del tutto, per un comportamento più reattivo e potenzialmente più efficiente.
Su questa base Donut Lab ha sviluppato una famiglia di cinque unità in-wheel pensate per applicazioni diverse: auto, mezzi pesanti, moto, scooter e droni. La gamma è stata presentata al CES 2025 con caratteristiche comuni: trazione diretta senza organi di trasmissione intermedi, densità di potenza e di coppia molto elevate, adattabilità trasversale alle piattaforme. A questo si sommano obiettivi di riduzione di costi e pesi e vantaggi di packaging, perché liberando spazio all’interno si semplifica il progetto del veicolo.
Il pezzo forte è il motore per uso automobilistico: solo 40kg di massa e 630kW di potenza dichiarata, un valore da hypercar, abbinato a 4.300Nm di coppia alla ruota. È una combinazione che sposta l’asticella del rapporto peso/prestazioni. Per le due ruote, l’azienda ha mostrato un’unità da 150kW in 21kg; per gli scooter, una soluzione vicina ai 15kW; per i droni, un motore da 120mm che eroga 3kW e pesa 1,5kg.
Tecnologie che tagliano peso, costi e complessità possono incidere davvero sullo sviluppo della mobilità sostibile. I motori in-wheel puntano su questo: controllo di trazione e stabilità più raffinati, tempi di risposta ridotti, minor ingombro e nuova libertà progettuale per telai, pacchi batteria e architetture interne.
Se i collaudi confermeranno i risultati, l’idea del “motore nascosto nelle ruote” potrebbe uscire dal laboratorio ed entrare in produzione, applicandosi a auto, moto, veicoli professionali e oltre. In quel caso non sarebbe una curiosità tecnica, ma un cambio di paradigma nel modo di progettare la trazione.
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