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Fabbriche chiuse e via ai licenziamenti: è ufficiale, il colosso dei motori non ha alternative

Un gigante dell’auto tedesco si prepara ai licenziamenti. La notizia scuote l’industria e preoccupa migliaia di famiglie.

Tutte le certezze sono fatte per crollare, prima o poi. L’ultima che minaccia di crollare per sempre è la sicurezza del posto di lavoro nell’industria automobilistica tedesca, protetta fino ad oggi da un accordo di ferro tra industria e sindacato. La notizia è che quell’accordo è caduto: il più grande gruppo industriale dell’auto ne ha appena chiesto la rescissione.

Un colosso tedesco, un nome che per decenni è stato sinonimo di affidabilità e successo nel mondo dei motori vacilla sotto il peso di sfide senza precedenti. Si apre la strada a possibili licenziamenti e chiusure di fabbriche. Una mossa che ha fatto tremare le fondamenta stesse dell’industria automobilistica tedesca. Le ragioni di questo cambiamento sono importanti, e motivo di grande preoccupazione per tutta l’Europa.

Il motore si inceppa: le ragioni dietro la decisione shock

Volkswagen, il gigante di Wolfsburg, si trova di fronte a una crisi senza precedenti. L’azienda sta lottando per adattarsi a un panorama irriconoscibile rispetto soltanto a pochi anni fa. La transizione verso l’elettrico, le vendite in calo e i costi crescenti hanno creato una tempesta perfetta che minaccia di travolgere anche il più solido dei costruttori.

Il difficilissimo momento Volkswagen (Ansa) – derapateallaguida.it

La decisione di rescindere gli accordi sindacali, tra cui il patto di salvaguardia con il sindacato IG Metal, non è stata presa a cuor leggero. Questo accordo garantiva l’occupazione in sei stabilimenti tedeschi fino al 2029. Ora, con questa doccia fredda, è chiaro che Volkswagen si prepara a possibili licenziamenti già dal 2025. La chiusura di almeno due stabilimenti in Germania è ora sul tavolo, una prospettiva che fino a poco tempo fa sembrava impensabile.

Ma la strada per Volkswagen non sarà in discesa. Metà dei seggi nel consiglio di sorveglianza sono occupati da rappresentanti dei lavoratori, con una quota del 20% in mano ai rappresentanti della Bassa Sassonia, spesso alleati dei dipendenti. L’azienda dovrà navigare in acque agitate con una parte dell’equipaggio pronta all’ammutinamento.

I sindacati, dal canto loro, non stanno a guardare. Daniela Cavallo, presidente del consiglio di fabbrica, ha promesso “una feroce resistenza a questo storico attacco ai nostri posti di lavoro”. Le sue parole, “Con noi, non ci saranno licenziamenti”, risuonano come un grido di battaglia.

Il futuro di Volkswagen, e con esso quello di una parte significativa dell’industria automobilistica tedesca, è ora appeso a un filo. Le decisioni prese nei prossimi mesi potrebbero ridisegnare il panorama industriale di un’intera nazione, con ripercussioni che si faranno sentire ben oltre i confini della Germania.

Antonio Pinter

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