Una Ferrari da trenta milioni di euro è finita sotto sequestro a Milano. Non una Ferrari qualunque: un pezzo di storia del cinema italiano a quattro ruote.
Ci sono notizie che feriscono, e quelle che riguardano i nostri affetti, spesso più di altre. Storie di amori automobilistici, come Ferrari. Storie di cinema, e di divi che per qualcuno rappresentano la storia, per qualcuno la gioventù: Ingrid Bergman, Roberto Rossellini.
Questa è una storia che unisce molti ti quati miti, perché i finanzieri hanno messo i sigilli a una delle Ferrari più rare mai costruite: la 375 MM Scaglietti Coupé del 1954. È un’auto che racconta una storia d’amore. Rossellini la scelse per Ingrid, la fece dipingere in un grigio argentato così particolare che ancora oggi quel colore si chiama “grigio Ingrid”. Nessun’altra Ferrari ha mai avuto quel colore.
L’inchiesta della Finanza non si ferma qui. Oltre alla Ferrari sono state sequestrato altre tre auto incredibili. Una è un’Alfa Romeo Berlinetta 8C 2900B, valore ventisette milioni. C’è qualcosa che non va nei documenti. Gli investigatori hanno trovato irregolarità strane. Avvocati, commercialisti, venditori di auto di lusso: tante persone dovranno spiegare cosa è successo.
La storia di questa Ferrari sembra un film. Era nata come barchetta rossa da corsa. Rossellini la comprò nell’estate del ’54. Partì subito per la Svezia con Ingrid. I fotografi li seguivano dappertutto, immortalavano ogni momento di quel viaggio. Lei sorrideva, lui guidava quella Ferrari rossa fiammante.
Poi arrivò l’incidente. La parte davanti si rovinò. Rossellini portò l’auto a Modena, alla Carrozzeria Scaglietti. Gli artigiani modenesi fecero un lavoro incredibile. Trasformarono quella barchetta sportiva in un’auto elegantissima. Si ispirarono alla Mercedes 300 SL, all’epoca l’auto più bella del mondo. La verniciarono con quel grigio che nessuno aveva mai visto prima.
Nel 2014 questa Ferrari ha fatto la storia. Ha vinto il premio più importante al Concorso di Pebble Beach. Nessuna Ferrari ci era mai riuscita prima. Di solito quel premio andava alle auto degli anni Trenta, quelle con i parafanghi separati e i radiatori cromati.
Oggi l’auto appartiene a Timm Arno Bergold, console tedesco a Monaco. Gli investigatori dicono che lui non c’entra niente con i guai. I problemi sono nelle carte, nei passaggi di proprietà, inghippi di soldi. Il 30 gennaio tante persone dovranno presentarsi dal giudice.
I finanzieri continuano a indagare. Intanto questa Ferrari così speciale sta ferma in un deposito. Un’auto che ha visto l’amore tra due stelle del cinema ora aspetta che qualcuno decida il suo destino.
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