Gianni Agnelli, sparisce la sua società storica. E’ un duro colpo per l’imprenditoria italiana e per Torino.
L’eredità imprenditoriale lasciata dalla famiglia Agnelli nel nostro paese ha, nonostante tutte le polemiche attuali, un valore inestimabile e va a toccare moltissimi ambiti dell’economia italiana. Tutt’oggi continua a vivere con John Elkann, successore designato da Gianni Agnelli all’impero di famiglia. Viene ovviamente in mente la FIAT, oggi parte di Stellantis, o la Ferrari, solo per citare il mondo delle automobili. Ma gli investimenti fatti nel corso del tempo sono molteplici: si può arrivare anche ai rami dell’editoria, sino ad arrivare al calcio e alla Juventus, passione comune.
Elkann, come detto, continua a traghettare le attività di famiglia. Molti degli interessi degli Agnelli però nel corso del tempo hanno separato le proprie strade. E’ il caso di una delle storiche società di Gianni Agnelli, che ha ufficialmente chiuso i battenti. L’Avvocato è una delle figure più influenti del novecento italiano e ha profondamente cambiato la storia imprenditoriale del nostro paese. Erano tantissime le aziende e le società a lui collegate, una di queste è scomparsa dal mercato. Un duro colpo per la storia di Torino.
La Sai, Società assicuratrice industriale, fa parte sin dal 1921 (anno della sua fondazione) della storia del nostro paese, e ha contributo (oltre ovviamente alla FIAT) alle fortune della famiglia Agnelli (e di Torino) per un lungo periodo. Giovanni Agnelli, padre dell’Avvocato, fu tra i pionieri del progetto, e la società rimase tra le attività del gruppo sino agli anni ’70.
Le strade della Sai e degli Agnelli si sono separate, e l’azienda è passata sotto il controllo di Ligresti, prima che i guai giudiziari della famiglia portassero ad un nuovo ribaltone. Nel 2014 la Sai si è unita al colosso Unipol, ma adesso per quanto riguarda la società, allora chiamata UnipolSai, sono in arrivo ulteriori novità. Pur rimanendo a far parte di Unipol infatti Sai uscirà almeno formalmente dal mercato. Il consiglio di amministrazione infatti nelle scorse settimane ha deciso di scioglierla e fonderla alla capogruppo.
Un altro segno tangibile di un’Italia che cambia e che è proiettata verso una visione sempre più globale del mercato, ma certamente anche un dolore per la Torino economica e per chi ha conosciuto i fasti di un’Italia in costante crescita e ricca di idee e possibilità interne.
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