Arriva il grido disperato della Premier Meloni: la situazione è critica, arriva la mossa drastica del Governo in vista della questione Automotive.
L’Automotive italiano è in ginocchio. La crisi di Stellantis nel 2024 è stata soltanto una delle gocce che ha fatto traboccare un vaso ormai rotto e rabberciato. Il nostro Paese è saldamente nelle posizioni più basse dell’Europa occidentale, per modernità e adeguatezza del proprio parco auto circolante. Questo è tra i più inquinanti e obsoleti del Vecchio Continente, con la transizione verso le zero emissioni che stenta a decollare. E anzi, continua a ristagnare tra tante difficoltà.
Una situazione drammatica che preoccupa anche Giorgia Meloni, che si è rivolta all’Europa con parole tanto chiare quanto disperate. Un vero e proprio grido di aiuto, sebbene lanciato con massimo rigore e dignità. La Premier ha utilizzato parole forti da Palazzo Montecitorio, da dove ha replicato alle interrogazioni dei deputati Barelli (Forza Italia) e Richetti (Azione).
All’ordine del giorno c’è il piano Automotive, questione scottante per l’Esecutivo anche in questo 2025. “Chiediamo all’Europa l’apertura all’utilizzo di carburanti alternativi”: queste le parole della Meloni, che ha mostrato il proprio disappunto per la transizione verso l’elettrico interamente giostrato e indirizzato dalla Cina. Un qualcosa che mette in posizione di svantaggio i mercati continentali, eccezion fatta per quello al di là della Grande Muraglia.
La promessa dell’Esecutivo, dunque, è svelata: promuovere l’utilizzo di motori a combustione nell’Unione Europea anche nel corso del 2030 e dopo la famigerata scadenza del 2035. L’uso e la promozione di e-fue e bio-fuel è tra le priorità del Governo, che chiede a Bruxelles un’apertura concreta per tracciare una strada diversa.
“Siamo riusciti ad ottenere l’anticipo alla seconda parte del 2025 della revisione del regolamento sui veicoli leggeri”, spiega la Premier Meloni. Poi prosegue: “Riaffermeremo il principio di neutralità tecnologica, aprendo a tutti i carburanti alternativi. Nelle sedi competenti faremo sentire il nostro punto di vista”.
La situazione è comunque pesante. Il Governo italiano non è l’unico che sta ragionando su misure drastiche per far fronte alle misure sempre più stringenti dall’Unione Europea. Anche perché la transizione verso l’elettrico ha un costo ormai spropositato per i produttori del Vecchio Continente, finiti nella morsa dei colossi cinesi (detentori delle principali tecnologie). Un punto ribadito anche dalla Premier Meloni, che spera in una svolta da parte dell’UE nell’immediato futuro.
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