Un’auto che ha fatto la storia sta per salutarci, ma prima di andarsene ci regala due versioni da togliere il fiato.
Ci sono momenti in cui anche le leggende devono dire addio. La Toyota Supra, quella che per tanti ragazzi è stata il primo poster appeso in camera, si prepara a lasciare le scene. Non è una notizia facile da digerire per chi è cresciuto sognando di mettersi al volante di questa belva giapponese, ma almeno il congedo sarà memorabile.
Come un grande attore che sceglie con cura il suo ultimo film, la Supra vuole lasciare il segno con due versioni speciali che faranno parlare di sé per molto tempo. Un saluto in grande stile, insomma, destinato a lasciare il segno.
La prima è la A90 Final Edition, e già il nome fa venire i brividi. Solo trecento esemplari nel mondo, come se fossero opere d’arte numerate. E in effetti, guardandola, di artistico c’è parecchio: quella verniciatura nero opaco sembra quasi voler nascondere la potenza che si cela sotto il cofano. Ma è solo un’illusione, perché i 435 cavalli del motore sei cilindri non vedono l’ora di essere liberati.
Pensate che ora tocca i 270 all’ora, venti in più della versione standard. Ma non è solo questione di numeri. Chi l’ha provata dice che è come se la macchina ti leggesse nel pensiero: sterzi, e lei risponde come se fosse un’estensione del tuo corpo. L’hanno dotata di un alettone posteriore in carbonio che sembra rubato a una macchina da corsa, mentre dentro ti accoglie con sedili Recaro rosso fuoco che sembrano volerti abbracciare.
E poi c’è lei, la Lightweight Evo. Se la Final Edition è una rockstar, questa è una ballerina classica: precisa, agile, perfettamente bilanciata. Gli ingegneri hanno passato ore in galleria del vento per darle quello spoiler a coda d’anatra che non è solo bello da vedere, ma la tiene incollata all’asfalto come se avesse le ventose. Hanno rivisto tutto: sospensioni, differenziale, freni. È come se avessero preso una Supra normale e l’avessero affinata fino all’ultimo bullone.
Sono passati cinque anni da quando la Supra è tornata tra noi, nel 2019, dopo un’assenza che sembrava infinita. All’inizio c’era solo il sei cilindri, poi è arrivato il duemila turbo per chi voleva qualcosa di più gestibile. E quando hanno aggiunto il cambio manuale, be’, è stato come mettere la ciliegina sulla torta.
Da gennaio 2025 si potranno ordinare questi due gioielli. Sarà l’ultimo atto di una storia che ha attraversato generazioni, che ha visto la Supra passare da semplice auto sportiva a mito senza tempo. Una storia che deve tanto anche a quel film, a quell’attore che l’ha resa immortale. E forse è proprio questo il bello: che non importa quanto tempo passa, alcune leggende non muoiono mai davvero. Cambiano forma, evolvono, ma il loro spirito resta sempre lo stesso.
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