Niente più incentivi per molte auto elettriche, tra cui alcuni dei modelli più diffusi. Una gelata improvvisa che investe il mercato.
Ormai è abbastanza chiaro a tutti che il mercato dell’auto elettrica non ha ancora le gambe per reggersi in autonomia. Si vende quando ci sono incentivi, tutto si ferma quando sussidi e sovvenzioni vengono a mancare. Si può discutere molto della sensatezza di questo andazzo, difficile però negare la realtà.
In questa difficile cornice, il mercato delle auto elettriche in Francia sta per subire una bella scossa. Il governo ha appena modificato le regole per ottenere i famosi “bonus écologique“, gli incentivi statali per l’acquisto di auto a zero emissioni. La novità più importante? Non basta più assemblare l’auto in Europa: ora conta da dove arrivano tutti i componenti.
Il decreto appena uscito sulla Gazzetta Ufficiale francese non lascia spazio a interpretazioni. D’ora in poi, per ottenere gli incentivi, non sarà sufficiente mettere insieme i pezzi in uno stabilimento europeo. Il calcolo del punteggio ambientale guarderà l’intera vita del veicolo: dalla produzione dei materiali fino al trasporto, passando per tutti i processi industriali.
La prima vittima di queste nuove regole è la Leapmotor T03. Nonostante venga assemblata negli stabilimenti Stellantis in Polonia, non potrà più beneficiare degli incentivi. Il prezzo base rimane fermo a 17.900 euro, e dal listino è sparita la frase “eventuale bonus ecologico incluso”.
Emmanuel Macron ha spinto personalmente per questa svolta. Il presidente francese vuole proteggere l’industria europea dall’arrivo massiccio di auto cinesi. Il sistema è intelligente: non discrimina apertamente nessuno, eppure favorisce chi produce davvero in Europa.
Gli effetti si vedono già. Chery, per esempio, deve ripensare i suoi piani per la fabbrica di Barcellona. L’idea di assemblare kit pronti non funzionerà più, almeno per il mercato francese. Serve una produzione più radicata nel territorio europeo.
I costruttori si trovano di fronte a una scelta: investire in fabbriche completamente europee o dire addio agli incentivi francesi. La decisione non è semplice. Produrre tutto in Europa costa di più, mentre rinunciare agli incentivi significa perdere competitività.
Altri paesi europei potrebbero seguire l’esempio francese. Se questo succedesse, l’intero mercato continentale cambierebbe faccia. Le auto cinesi troverebbero più difficile entrare in Europa, mentre i produttori locali avrebbero un vantaggio importante.
Il settore dell’auto si prepara a questa nuova realtà. Chi puntava sull’assemblaggio veloce dovrà cambiare strategia. Non serve più solo essere veloci: serve essere europei, e per davvero. Niente giochetti, niente trucchetti. O occorrerà dire addio agli incentivi.
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