La Cina è sempre più vicina. Per brand nostrani inizia a farsi sempre più ostico il confronto con nuove realtà produttive solide.
La crisi economica in atto e l’imposizione dell’elettrico hanno portato gli italiani a valutare, seriamente, l’acquisto di un’auto cinese a basso prezzo. L’Unione Europea ha steso un enorme tappetto rosso al Paese asiatico, promuovendo una politica, dal 2035, focalizzata sulla vendita esclusiva di auto elettrica. L’industria delle quattro ruote è entrata in una nuova fase, definibile come anno zero, dove gli elementi essenziali della fabbricazione delle batterie delle EV risiede nel continente asiatico.
Non mancava la presenza massiccia di una forte concorrenza giapponese, alle nostre latitudini, ma con l’avvento dell’elettrico Cina e Corea del Sud stanno facendo enormi passi da gigante. Se il mondo dell’Automotive è stato banalizzato al concetto di smartphone su quattro ruote, a quel punto il cliente sceglierà per il prodotto più economico. Già le auto attuali si somigliano tutte tra loro, per di più in Cina stanno cavalcando una strategia del copia e incolla che favorisce l’accettazione di nuovi modelli di marchi che, sino a qualche tempo fa, non conosceva nessuno.
Se Tesla ha fatto segnare numeri da capogiro negli ultimi anni, oramai è il marchio cinese BYD il più forte sul mercato delle elettriche. Con una politica del lavoro basata sullo sfruttamento, con risorse praticamente infinite e con miliardi a disposizione la Cina ha colmato il gap con i nostri produttori. Non è un caso che Stellantis abbia siglato un accordo con la startup Leapmotor per iniziare una importazione di auto a basso costo dalla Cina.
ll Presidente Anfia, Roberto Vavassori, ha accompagnato il governo nelle due trasferte in Cina dove si è parlato di sviluppo industriale e di investimenti per sfruttare componenti nostrani. Dal 2012 al 2015 Vavassori è stato Presidente di Anfia, l’Associazione italiana della filiera dell’industria dell’Automotive, dove è stato rieletto nel giugno 2023. Insieme al ministro Adolfo Urso e alla premier Giorgia Meloni ha avuto modo di toccare con mano lo sviluppo cinese.
”La Cina oggi è un produttore da 30 milioni di veicoli all’anno. Venti anni fa ne realizzava poco più di 2 milioni. Noi l’anno scorso abbiamo realizzato 880 mila veicoli in Italia e le previsioni di quest’anno ci vedono poco oltre quota 700 mila (di cui circa 400mila auto, ndr). Abbiamo un unico costruttore nazionale e l’Italia non ha attratto investimenti di altre case automobilistiche quando potevamo farlo. Adesso recuperare è più difficile, ma abbiamo presentazioni ben fatte e un programma coerente. All’estero ci stanno guardando“, ha annunciato Vavassori in una intervista alla Gazzetta dello Sport.
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