La Formula 1 piange un grande protagonista, che ha dato lustro all’Italia dei motori e ha saputo interpretare al meglio lo spirito degli anni d’oro. Purtroppo sarà una grande perdita
In un Circus sempre più frequentato dalle grandi aziende dell’Automotive, lo spazio per le scuderie di nicchia è sempre più limitati. C’è stato un periodo in cui l’Italia vantava diverse squadre nel Motorsport e non solo la Ferrari. Sono passati ormai tanti anni ma gli appassionati non dimenticano.
Oggi se parliamo della presenza italiana in Formula 1 ci dobbiamo limitare alla sola Ferrari, che sta provando a tornare vincente in vista del prossimo futuro. La Racing Bulls, pur risiedendo nella fabbrica di Faenza, è ormai un prodotto diverso della Minardi, collegata mani e piedi alla Red Bull austriaca. Eppure c’era un periodo in cui comparivano scuderie nate dal nulla, in Italia e non, frutto semplicemente della passione del proprio fondatore e della loro tradizione da gara.
Uno di questi esempi negli anni ’80 fu la scuderia Osella, fondata dal grande Vincenzo, meglio noto come Enzo nell’ambiente del Motorsport. Il costruttore torinese si è spento all’età di 86 anni lo scorso sabato 27 settembre. Un tuffo al cuore per tutti coloro che ricordano le sue gesta in fabbrica e in pista, come proprietario. Sono state addirittura 11 le stagioni che Osella ha disputato nella classe regina, ovvero 1980 al 1990, prima die essere rilevata dalla Fondmetal.
Se n’è andato il grande Vincenzo Osella: un nome importante nella storia della Formula 1 (Derapate.allaguida – ANSA)
Il miglior risultato di sempre in Formula 1 per la Osella è stato un quarto posto ottenuto nel 1982 ad Imola, grazie all’ottima prova del pilota francese Jean-Pierre Jarier. A dare la notizia della scomparsa di Enzo è stato il profilo Facebook dell’azienda, la Osella Engineering, che ha scritto: “Enzo Osella ha cominciato la sua ultima ‘salita’. Se ne va sereno, con una montagna di bei ricordi che sarà difficile dimenticare…”.
Ad attaccare questa passione per i motori al signor Osella fu il padre Luigi, che possedeva un’officina nel centro di Torino. Vincenzo iniziò lì a maturare la propria esperienza sul campo, facendo anche diverse conoscenze nel settore. Il padre portò Enzo prima a vedere e poi a partecipare alle gare di Rally, nel 1957, come quella del Sestriere.
Grazie all’aiuto del padre Luigi, Enzo acquistò una Lotus Eleven, che modificò personalmente per renderla ancora più performante. Con questa macchina, equipaggiata con motore Osca e differenziale Alfa Romeo, prese parte a diverse cronoscalate su strada e in collina.
Nel 1963, Osella iniziò a lavorare con Karl ‘Carlo’ Abarth, acquisendo conoscenze sulla produzione di telai e motori. Poi nel 1990 arrivò il debutto in F1, con il pilota statunitense Eddie Cheever al volante.
Alla fine di quell’anno, per motivi prettamente economici, la Osella Corse, diventata poi Osella Engineering (che oggi ha sede a Verolengo), proseguì nella costruzione di prototipi da corsa. L’attività è proseguita anche dopo il ritiro dalla Formula 1. Ora il mondo dei motori italiano perde un grande traino.
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