La decisione di FIAT sorprende tutti quanti: non vogliono più produrre la Grande Panda, ecco che cosa sta succedendo.
Il brand Panda è una vera gallina dalle uova d’oro per FIAT. L’amatissima utilitaria della casa torinese continua ad essere il veicolo più venduto nel nostro paese, anche in questa parte del 2025 in cima alle classifiche. Per questo l’azienda ha deciso di “sdoppiare” l’amatissima auto realizzandone una nuova versione SUV: la FIAT Grande Panda ha già dimostrato tutto il suo potenziale sul mercato.
A pochi mesi dal suo arrivo nei concessionari, si è già imposta come una delle vetture più convenienti del segmento nel continente europeo, tra le poche a non sfigurare di fronte alla rivale Dacia o alle temibili auto low cost che arrivano dalla Cina. Non tutto oro, però è quello che luccica: se la Grande Panda sta regalando ottime soddisfazioni dal punto di vista del mercato, sta anche mettendo in luce tutte le difficoltà produttive dietro alla realizzazione di questo modello, tanto da aver costretto l’azienda ad una decisione destinata a fare discutere.
La Grande Panda è prodotta nello stabilimento di Kragujevac, in Serbia, centrale per le strategie di Stellantis. La fabbrica, però, secondo le ultime indiscrezioni riportate da Italpassion starebbe faticando a tenere il passo con la grande richiesta per il modello. In particolare, sarebbe la mancanza di personale a causare i ritardi e le difficoltà nella realizzazione del modello, tanto che Stellantis sarebbe corsa ai ripari.
Sono infatti previste nuove assunzioni nello stabilimento, secondo AutoKlub circa 800 lavoratori provenienti da Nepal e Marocco dovrebbero arrivare in Serbia. Numeri impressionanti, che hanno fatto discutere: sono infatti moltissimi i disoccupati in città, perché dunque andare a ricercare lavoratori in Nepal e Marocco? I sindacati accusano FIAT di dare salari troppo bassi: la gente del posto, insomma, si rifiuterebbe di lavorare per un compenso così basso, costringendo l’azienda a ricercare fuori dal continente europeo.
Un lavoratore di Kragujevac guadagna circa 70.000 dinari al mese, pari a 597 euro, sopra il salario minimo ma meno dei 920 euro dichiarati mediamente dalla popolazione serba, e molto meno, per esempio, dei lavoratori italiani che sono stati di recente chiamati per rinforzare il personale dello stabilimento. I bassi salari dunque, secondo i sindacati, costringono i lavoratori a lasciare lo stabilimento dopo poco tempo e sono alla base delle difficoltà di FIAT di ricercare del nuovo personale.
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