Una sportiva nata come outsider, oggi fa impazzire i collezionisti. Scopri quale modello Ferrari è diventato un oggetto di culto.
Non tutte le Ferrari sono nate con il destino segnato. Alcune, anzi, sono partite in sordina, quasi sottovalutate dagli appassionati più puristi. Eppure, il tempo ha saputo ribaltare i giudizi, trasformando una “figlia minore” del Cavallino in una delle auto più ricercate dagli intenditori. La storia di questa coupé, che per anni si è portata dietro l’etichetta di “Ferrari dei poveri”, è la dimostrazione che il valore di una vettura non si misura solo dal numero di cilindri o dal prezzo di listino.
Negli anni Settanta, quando il marchio di Maranello sfornava modelli da sogno come la F40 o la 250 GTO, c’era anche spazio per progetti meno appariscenti ma non per questo meno affascinanti. Alcuni di questi, addirittura, non portavano nemmeno il logo Ferrari sul cofano, ma un altro nome: Dino. Un omaggio al figlio di Enzo Ferrari, scomparso troppo presto, che avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia del marchio. E proprio sotto questa insegna è nata la coupé che oggi fa girare la testa ai collezionisti di tutto il mondo.
Il modello che per anni è stato soprannominato “Ferrari dei poveri” è la Dino 246 GT. Una coupé che, a dispetto del soprannome, ha sempre avuto una meccanica raffinata e un carattere tutto suo. Nata come evoluzione della 206 GT, la 246 è rimasta in produzione tra il 1969 e il 1974 e, secondo chi ha avuto la fortuna di guidarla, è una delle Ferrari più appaganti da portare su strada.
Il motore è un V6 aspirato da 2.4 litri, capace di sviluppare 195 cavalli a 7.600 giri e 236 Nm di coppia. Numeri che, all’epoca, la mettevano a un passo dalle sorelle più blasonate con dodici cilindri. Il cambio è manuale a cinque rapporti, la trazione rigorosamente posteriore. Tutto il necessario, insomma, per divertirsi davvero tra le curve.
Per anni la Dino 246 GT è stata vista come una Ferrari “di ripiego”, destinata a chi non poteva permettersi le versioni più potenti. Un’etichetta che oggi fa quasi sorridere, perché il mercato ha completamente ribaltato la prospettiva.
La 246 GT, infatti, è diventata una delle auto più ricercate dai collezionisti di classiche. Il suo valore? Una cifra che fa girare la testa: un esemplare in buone condizioni può tranquillamente toccare i 320.000 euro. E se la vettura è stata restaurata da Ferrari Classiche, il prezzo può arrivare senza problemi a mezzo milione di euro.
Non male per una coupé che, alla nascita, era considerata la “sorella povera” della famiglia Ferrari. Oggi la Dino 246 GT è un vero e proprio gioiello da collezione, capace di mettere d’accordo puristi e nuovi appassionati. Un’auto che ha saputo prendersi la sua rivincita, conquistando un posto d’onore tra le icone senza tempo di Maranello.
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