Spotify, investimento da oltre 600 milioni per il fondatore. E’ tutta un’altra musica. Cambia totalmente settore.
Spotify ha profondamente cambiato il modo di ascoltare la musica per tutti noi. Dove prima c’erano vinili, cassette, o cd, oggi c’è una applicazione che in qualsiasi momento dietro il pagamento di un abbonamento dà la possibilità di accedere ad un infinito catalogo di canzoni ogni volta che si vuole. Una vera e propria rivoluzione che, certamente, ha cambiato tutto per artisti e case discografiche, oltre che per gli utenti finali, ma che ha anche arricchito i fondatori di questa visionaria piattaforma.
L’azienda scedese è stata fondata da Daniel Ek e Martin Lorentzon, diventati nomi di spicco per quanto riguarda l’imprenditoria da quando nel 2006 diedero vita a Spotify. Non è raro che, una volta lanciata con successo il loro progetto, gli imprenditori decidano di allargare i propri orizzonti e imbarcarsi in nuovi settori provando a lanciare nuove compagnie.
Proprio Daniel Ek, quarantaduenne svedese, ha deciso come si legge sulle pagine di La Repubblica di investire su una nuova startup che va a toccare un ambito totalmente diverso da quello del settore musicale esplorato con Spotify.
Viviamo, purtroppo, un periodo storico di forti tensioni internazionali e in un clima di grande preoccupazione generale, che ha spinto i governi ma anche aziende ed imprenditori ad investire sempre di più nel settore della difesa. Tra le nuove startup che si sono distinte per le loro tecnologie avanzate c’è anche Helsing, specializzata nella costruzione di droni destinati alla difesa e più in generale di tecnologia digitale (lavora anche nel settore dell’AI). Come si legge quotidiano, tra i sostenitori della startup c’è anche Daniel Ek, che ha investito ben 600 milioni in Helsing, azienda che oggi ha una valutazione di 12 miliardi.
Con queste nuove risorse, Helsing ha scalato le classifiche delle startup con capitalizzazione più alta sul mercato europeo. Un segnale, certamente, non positivo per il futuro che si spiega con il complicato quadro politico internazionale, che si presenta sempre più instabile. La tendenza dell’Europa di guardare con sempre maggiore forza alla propria sicurezza, soprattutto dopo il recente passo indietro degli Stati Uniti sul fronte della guerra in Ucraina, è confermata anche dai crescenti investimenti recenti sul settore. “L’Europa deve rinforzare la propria autonomia strategica” ha confermato Ek “e ciò richiede investimenti in tecnologie avanzate”.
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