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Stangata a queste auto nel 2025: rincari inevitabili, proprietari su tutte le furie

Pubblicato da
Keivan Karimi

Arrivano pessime notizie per questi proprietari d’auto in vista del nuovo anno. Si va verso un rincaro totale.

Il 2025 rischia di essere un’annata decisamente delicata e difficile per tutti gli automobilisti italiani. Già negli ultimi tempi, tutti coloro che possiedono un veicolo, hanno dovuto sopportare un rincaro netto ed evidente su diversi costi, in particolar modo sui vari tipi di carburante e sulle polizze di assicurazione RC Auto, sempre più onerose.

Nel corso del prossimo anno dovrebbero invece entrare in vigore delle nuove aliquote di fringe benefit, previste a partire dal 30 giugno 2025. Ciò significa una modifica verso l’alto per diverse categorie di auto e per chi usufruisce di determinati servizi, non soltanto dunque per i proprietari fisici dei veicoli a 4 ruote.

In particolare le nuove aliquote, legate non più alle emissioni ma alle motorizzazioni, andranno a colpire le cosiddette auto aziendali, quei veicoli appartenenti a società ed enti e concesse ai propri dipendenti mediante contratto. Urge u nuovo strumento di calcolo per i Fringe benefit dei driver che guidano auto aziendali assegnate, così come le Tabelle Aci relative ai costi chilometrici 2025.

Fringe benefit in crescita: stangata per le auto aziendali

A lanciare l’allarme in vista del prossimo anno è stata la Aniasa, ovvero l’Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio, della Sharing mobility e dell’Automotive digital. Secondo una ricerca già effettuata interpellando noleggiatori e fleet manager, molte aziende cercheranno di allungare i contratti esistenti oppure cambiare le auto già scalte pagando le penali.

Fringe benefit in crescita: stangata per le auto aziendali (Ansa foto) – Derapate.allaguida.it

Sarà d’obbligo un appesantimento dei costi per le aziende, costrette a rientrare nelle aliquote in crescita dei Fringe benefit, seguendo i parametri di chilometraggio e motorizzazione. Non mancano però delle possibili soluzioni in favore delle società.

Il commercialista Stefano Sirocchi, interpellato da Fleet Magazine, ha fatto presente che dovrebbe contare il momento in cui si stipula il primo contratto tra datore di lavoro e l’assegnatario dell’auto aziendale: “Sebbene nella prassi aziendale il contratto o la lettera di assegnazione sia redatta e firmata dalle parti al momento della concessione del bene, e dunque quando il veicolo è disponibile, nulla osta a sottoscriverlo prima”.

Una soluzione forse troppo semplicistica per risolvere il problema delle nuove aliquote. Le associazioni di categoria speravano negli emendamenti del Governo Meloni, atti a contrastare il rincaro su questi costi automobilistici. Invece sono stati tutti bocciati dalla Ragioneria dello Stato per non far mancare ai conti statali solo 8 milioni di euro.

Keivan Karimi

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