Tutti i dettagli sullo stop alle auto cinesi. E’ un’ufficialità letale per il mercato. Ecco quando succederà.
Per salvarsi dall’avanzata della Cina soprattutto per quanto concerne l’importazione delle vetture elettriche Donald Trump ha confermato la politica dei dazi a lui tanto cara, aggiungendo un extra 10% su tutti i beni provenienti dal Paese. Dal canto suo Pechino non ha fatto attendere la propria risposta e dando pan per focaccia al Tycoon, ha imposto aliquote del 15% su carbone e gas naturale liquefatto made in USA e del 10% sul petrolio, le attrezzature agricole e altri mezzi di grossa cilindrata.
L’interrogativo a questo punto, è se il pugno di ferro adottato dal neo eletto presidente americano porteranno dei benefici e se sì, se mai raggiungeranno pure il Vecchio Continente. Di certo una sorta di stop alle auto cinesi è già avvenuto. Diverse decisioni emergenziali hanno portato ad un cambiamento sostanziale del mercato che, sotto un certo punto di vista, potrebbe rivelarsi letale. Ecco le ragioni.
Nonostante la pandemia sia partita proprio da lì, la Cina ha finito per beneficiare del mondo bloccato in casa. Tutto merito delle materie prime di cui gode, fondamentali per la realizzazione degli EV e in generale di tutti i mezzi a due e quattro ruote, ragion per cui è diventata un perno del settore. Capace di sfornare veicoli senza soluzione di continuità, innovare e tenere bassi i costi, pian piano ha conquistato il comparto mettendo in difficoltà tutti gli altri.
A fronte di una situazione preoccupante, che ha rischiato di far naufragare pure colossi un tempo di successo come Volkswagen e Audi, l’Unione Europea si è mossa attivando misure di protezione, in parte capaci di frenare la cavalcata. Da quanto si apprende dai dati forniti da Sohu.com, ha sofferto in modo particolare la mannaia dei dazi un’azienda di peso come MG. Inglese di nascita, ma cinese di adozione, all’interno della Comunità Europea ha registrato un importante -3,5% rispetto al 2023.
Si tratta di un’informazione particolarmente rilevante, quest’ultima, in quanto parliamo di un brand molto consolidato e finora in costante crescita, crollato pure sotto la pressione di BYD che le ha soffiato il primato per quanto riguarda le automobili della Cina importate. Complessivamente è bene dire che se prima dell’aggravio la quota di mercato di Pechino era pari all’8,5% ora siamo scesi all’8%.
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