Incredibili novità all’orizzonte in Italia, con la chiusura che ormai è ufficiale ed è una durissima botta per i dipendenti.
Non è di certo un periodo semplice per le grandi aziende italiane del mondo dei motori, con la crisi che ha colpito il settore come poche volte si era visto in passato. Gli stabilimenti stanno producendo al minimo e dunque c’è davvero paura per il futuro di tante famiglie che sono appese alla speranza di una non chiusura.
Chi ha dimostrato di essere in forte crisi è il Gruppo Stellantis, con il colosso italo francese che deve fare i conti con tanti marchi da dover gestire, il che non è di certo facile. Ecco perché non sono rari i casi nei quali si arriva a dover pensare di chiudere per sempre un’azienda, con il caso di Mirafiori che per diversi mesi ha fatto discutere.
Ora però c’è anche un altro grave caso, ovvero quello legato allo stabilimento molisano di Temoli. La cittadina infatti deve fare i conti con una durissima decisione che non piacerà di certo ai lavoratori della ditta, con il reparto del motore Fire che è prossimo alla chiusura.
Chiusura reparto Fire a Termoli: che botta
Sembra che ormai non ci sia davvero più nulla da fare, con lo stabilimento di Termoli che sta per dire addio alla sezione dedicata al motore Fire. Un durissimo colpo che va a colpire tantissimi lavoratori inermi e incolpevoli per una situazione che si è andata a complicare via via negli ultimi mesi.

Ora sarà da capire in che modo si potrà trovare una soluzione per il bene dei dipendenti dato che, come riporta Ansa, vi è stato un incontro tra i dirigenti dell’azienda e i sindacati. La motivazione delle chiusura dipende dal fatto di come i motori 2000 benzina non sembrano avere al momento una reale prospettiva futura, il che non fa altro se non causare la sospensione della produzione.
Il motore in questione al momento è praticamente del tutto esportato negli USA, con la nazione nordamericana che a breve dovrebbe iniziare a dare vita a un propulsore di questa tipologia Made in America. Il problema lo si ha anche con i 1000 e i 1500, con questi reparti che stanno ricorrendo spesso alla cassa integrazione. Lo stabilimento molisano rischia anche di perdere la prospettiva di una produzione di batterie per auto, ma per il momento ci dovrebbero essere delle soluzioni intermedie per poter arrivare fino al 2030.