Non è un periodo semplice per l’industria automobilistica e giunge infatti la notizia della chiusura di un altro grande mito.
Da diverso tempo a questa parte stiamo assistendo a una serie di problematiche nella gestione economico e finanziaria di gran parte delle aziende, in particolare quelle legate al mondo dei motori. Si tratta di un danno non certo di poco conto, considerando infatti come siano tantissimi coloro che lavorano direttamente all’interno del settore.
I motori inoltre in Italia sono una tematica davvero molto seria, considerando come vi siano tantissimi marchi che hanno fatto la storia. L’Emilia è la terra che ha saputo regalare le supercar probabilmente migliori al mondo, ma poi c’è anche quella Torino che si è rivelata essere uno dei centri migliori per la creazione di utilitarie di ottime caratura.
La FIAT è amata e rinomata in tutto il mondo, senza dimenticare poi la Lancia, ma tutti questi colossi hanno sempre avuto bisogno di attaccarsi anche ad altre realtà locali. Purtroppo molte aziende note per la creazione di accessori stanno chiudendo i battenti e ora è tempo di chiudere ancora una volta la storia di una grande realtà che si era lanciato nel settore delle auto di lusso.
Non sembra davvero esserci pace per il Gruppo Stellantis e il suo settore del lusso, tanto è vero che ora è giunto il momento di fare i conti anche con la chiusura dello stabilimento Proma. Erano ormai diversi mesi nei quali risultava evidente come non ci fossero le condizioni per poter continuare, considerando come da tempo molti lavoratori erano in casse integrazione e inoltre in vari casi vi erano degli incentivi per dimettersi.
Chiude dunque la sede di Grugliasco, con lo stabilimento piemontese che era diventato noto per la produzione di sedili di alta qualità, in particolare erano riservati per la Maserati. Il Tridente dunque non riesce trovare la quadra, con Stellantis che dunque, dopo aver già chiuso l’Innovation Lab, non dà una grande mano alla casa emiliana e pone fine alla storia anche di Proma.
Per alcuni operai è comunque stata trovata una soluzione, spostandoli così nella sede di Bruino, mentre per altri si è preferito dirottarli verso la Aras di Caselette. Non sono però pochi anche i licenziati, il che sottolinea ancora una volta la grande crisi che vi è nel settore automobilistico, con migliaia di persone che in questi ultimi anni hanno perso il proprio lavoro.
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