Il Ministero ha messo nel mirino l’Autostrada: sarà addio, la decisione a sorpresa lascia tutti senza parole. Ecco cos’è accaduto
Sono circa 8.000 i chilometri della rete autostradale italiana che collegano l’Italia intera, da Nord a Sud e da Est ad Ovest. La rete nel nostro Paese è una delle più complete e trafficate, proprio per la capacità di collgare tutti i punti della Penisola.
Si tratta di una copertura davvero capillare e sono milioni i veicoli – a dua, a quattro ma anche a più ruote – che percorrono in lungo ed in largo la rete, tra viaggi di lavoro, di piacere o trasporti merci. Molte di queste sono a pagamento e rappresentano snodi addirittura fondamentali.
Basti pensare all’A1, la Napoli-Milano che di fatto taglia l’Italia in due da Nord a Sud oppure l’A2, che da Salerno arriva fino a Reggio Calabria e quindi fin quasi alla punta per poi raggiungere la Sicilia. Fino all’A14, la Bologna-Taranto che collega la zona adriatica della Penisola e l’A4 che da Milano arriva a Venezia.
Sono solo alcune delle tratte più importanti e trafficate della nostra Penisola. Eppure non è tutto oro quello che luccica. I costi di manutenzione sono elevati ed il Ministero è pronto addirittura ad una decisione drastica su un tratto di strada.
L’Autostrada finita nel mirino del Dicastero è la BreBeMi, la bretella che collega Brescia a Milano passando per Bergamo. Inaugurata 10 anni fa come soluzione alternativa alla A4, voluta anche per decongestionare il traffico sulla principale arteria che collega la parte Ovest con quella Est del Nord Italia, è stata fin qui un fallimento.
In un parere dell’Autorità dei Trasporti inviato al Ministero delle Infrastrutture, diverse le criticità emerse, tra cui i costi elevatissimi, la lunghezza insufficiente del tratto e l’ostacolo alla concorrenza. La Brebemi, in primis, ha una lunghezza di circa 62 km, nettamente inferiore “al minimo per gli ambiti ottimali di gestione” che invece è di 180 chilometri, una distanza che invece al di sotto “rileva la presenza di inefficienze di costo significative, crescenti al ridursi dell’estesa stessa”.
Inefficienza economica di gestione che, poi, ricade su chi ne usufruisce dell’autostrada, con un peggioramento continuo negli anni futuri. Basti pensare come nel 2021, sull’A4 la tariffa media era di 3,14 euro mentre sulla Brebemi di 10,10 euro. Realizzando una proiezione in chiave 2038, il prezzo sulla A4 aumenterà fino a 4,18 euro mentre sulla Brebemi addirittura 22,13 euro, per un aumento del 120% a fronte del 30% sull’autostrada classica. L’Autorità, poi, solleva il problema dell’ostacolo alla libera concorrenza del mercato vista la concessione prorogata fino al 3 dicembre del 2046.
Una situazione che aveva spinto il Pd ad una mozione – bocciata con i voti della maggioranza – per una riflessione sia sulla Brebemi che sulla Pedemontana. La società, per quanto riguarda la Brebemi, ha spiegato come nell’ultimo anno vi sia stato un incremento del traffico riscontrato attraverso i pedaggi incassati passati da 111,8 milioni a 125,23 milioni di euro.
Andando nel dettaglio, nel 2023 sono 408 i milioni di km percorsi dai veicoli leggeri (erano 356 nel 2022, +14,8%) mentre 180 i milioni di km per i veicoli pesanti, con un +9% rispetto ai 165 dell’anno precedente.
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