Addio Aston Martin, arriva la cessione definitiva: la situazione è critica

Cambio storico per Aston Martin: la cessione segna una fase decisiva e lascia aperte domande sul futuro. La svolta è davvero drammatica.

Aston Martin si trova oggi in una situazione complessa, segnata da scelte drastiche e da una pressione finanziaria che ha messo il marchio britannico davanti a un crocevia delicato. L’azienda, tra le più note icone dell’automobilismo di lusso, attraversa un periodo segnato dal peso dei dazi statunitensi e da una domanda in calo in mercati chiave come la Cina.

Aston Martin in vendita
Aston Martin in vendita (Aston Martin) derapateallaguida.it

Questi fattori hanno spinto il management a rimettere mano alle prospettive economiche per il 2025, correggendo l’ottimismo di inizio anno: ora l’obiettivo è quantomeno raggiungere il pareggio di bilancio. La strada scelta per mantenere la rotta passa da una svolta senza precedenti.

L’allarme finanziario critico e le nuove mosse di Aston Martin

La decisione è cedere la quota di partecipazione (4,6 percento) nel team di Formula 1, un passo che comporta un’importante iniezione di liquidità nell’attività principale, quella delle vetture stradali, senza però intaccare il legame commerciale con la scuderia.

Aston Martin in vendita
Le nuove mosse di Aston Martin (Ansa) derapateallaguida.it

Non si tratta di una rottura: il nome Aston Martin resterà nel Circus grazie a un’intesa di lungo periodo con il team, oggi noto come Aston Martin Aramco Formula One Team.

La notizia della cessione, esercitata attraverso la vendita della partecipazione per 146 milioni di dollari a un acquirente ancora riservato, è solo il primo tassello di una strategia di sopravvivenza. La priorità, ora, è garantire la tenuta del business entro la fine dell’anno.

Ed è qui che entra in gioco Yaw Tree Investments, il veicolo di investimento controllato da Lawrence Stroll: il consorzio, già azionista di maggioranza, aumenterà la propria quota, passando dal 27,67 percento al 33 percento attraverso un ulteriore apporto di capitali. L’effetto combinato delle due manovre dovrebbe assicurare continuità alle operazioni aziendali, ma la stabilità resta un’incognita.

Tra le alternative in discussione si fa strada una prospettiva radicale: l’eventuale uscita dalla Borsa. Un’ipotesi considerata concreta da alcuni analisti finanziari, che vedono nella privatizzazione una soluzione per snellire la struttura societaria, diminuire costi amministrativi e attrarre investitori di lungo periodo, elementi fondamentali in un mercato sempre più ostile alle incertezze.

Il quadro di riferimento si è modificato profondamente dal 2018, anno dello sbarco in Borsa di Aston Martin con una valutazione di oltre 5 miliardi di dollari: oggi la capitalizzazione del marchio si è ridotta drasticamente e il titolo è passato, nel tempo, da un valore iniziale di 19 sterline a poco più di 70 pence. Un segnale eloquente di quanto il contesto sia cambiato e di come i nodi arrivino al pettine.

La situazione è delicata, il futuro è aperto, ma la determinazione del marchio inglese sembra non cedere: le manovre in atto puntano a riscrivere i presupposti della sopravvivenza, nella speranza che questa nuova fase apra un capitolo diverso nella storia di Aston Martin.

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