Auto elettrica, possibile una nuova rivoluzione: l’annuncio di Giorgia Meloni sul ruolo dell’Italia da protagonista
Il mondo dell’automotive sta lentamente cambiando. Anzi, con una velocità anche inesorabile, se vogliamo considerato come il processo sia partito ed addirittura c’è anche una data su cui non si transige più: il 2035. A partire da quella data, infatti, nell’Unione Europa non sarà più possible vendere auto con motore endotermico. Una dead line che i marchi automobilistici hanno assorbito e stanno già lavorando ormai da tempo in questo ambito.
Sono sempre più gli investimenti in questo settore con le case italiane ed europee che lavorano alacremente proprio per sviluppare sempre più questo tipo di auto. D’altronde la transizione ecologica è una priorità assoluta per le nazioni del mondo, con l’inquinamento che va stoppato nel modo più assoluto.
Come detto, il 2035 sarà l’anno zero, con lo stop a benzina e diesel: una data di scadenza che ha provocato a più riprese le proteste – anche vibranti – dei grandi costruttori europei ma anche di molti partiti, non solo in Italia appartenenti alla maggioranza, ma anche in quei Paesi del Vecchio Continente che sono leader mondiali nel settore dell’automotive.
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo, nelle sue comunicazioni al Senato ha parlato proprio del futuro elettrico dell’auto.
Auto elettriche, la rivoluzione di Giorgia Meloni
La Meloni ha lanciato l’Italia in un ruolo da protagonista. “Serve il coraggio per riaprire la partita e puntare alla neutralità ecologica attraverso il sostenere la filiera del biocarburante con l’Italia e l’Europa che possono avere un ruolo da protagonista” ha spiegato la leader di Fratelli d’Italia.
Il capo del governo ha poi spiegato come sia “necessario sollevare il tema circa i finanziamenti per investire in un automotive più pulito, garantire una autonomia strategia maggiore, sostenere l’innovazione creando catene del valore europee al fine di non andare in dipendenze pericolose“. La premier ha poi sostenuto come “il non-paper presentato ai titolari dei Dicasteri degli altri Paesi membri dal ministro Urso servirà come base per ampliare il consenso dettato dal pragmatismo e dal buon senso“.
Già in precedenza il vice ministro Salvini aveva mostrato una simile posizione sostenendo come non fosse l’unica strada quella dell’elettrico. Il timore, infatti, è che l’Europa possa essere schiava dei Paesi asiatici – Cina in primis – per quanto riguarda il reperire le materie prime fondamentali per la realizzazione delle vetture elettriche, peraltro ancora molto costose per gli italiani rispetto alle auto con motore endotermico.