Addio Stellantis in Italia, ecco l’erede: potrebbe assumere gli esuberi Fiat

Un nuovo capitolo si apre per l’industria automobilistica italiana, con un inaspettato protagonista pronto a prendere il posto di Stellantis.

Il settore auto in Italia sta vivendo giorni cruciali. Mentre gli stabilimenti Stellantis arrancano tra cali produttivi e cassa integrazione, si profila all’orizzonte una soluzione che potrebbe cambiare le carte in tavola. Come un fulmine a ciel sereno, nuovi costruttori stranieri bussano alla porta del Bel Paese, attirati dal suo potenziale produttivo.

Il ministro Adolfo Urso ha svelato un retroscena interessante: ben otto aziende avrebbero messo gli occhi sull’Italia per impiantare nuove linee produttive. Una notizia che sa di speranza in un momento buio per il settore. D’altronde, l’eccellenza dell’indotto italiano e la presenza di maestranze qualificate sono un richiamo irresistibile per chi vuole fare sul serio nel mondo dell’auto.

Il gigante cinese alla porta

Tra i nomi che circolano, uno fa più rumore degli altri: Dongfeng Motor. Il colosso cinese non sta solo guardando, ma ha già avviato trattative concrete con il governo italiano. L’idea di un nuovo stabilimento Dongfeng in Italia non è più fantascienza, ma una possibilità concreta che fa sognare chi teme per il proprio posto di lavoro.

Addio Stellantis
Il ministro Urso alla ricerca di un nuovo partner (ANSA) derapateallaguida.it

Ma perché proprio l’Italia? Semplice: per Dongfeng e altri produttori cinesi, il nostro paese rappresenta un ponte ideale verso l’Europa. Qui potrebbero produrre senza dover fare i conti con dazi e barriere, sfruttando al contempo un know-how invidiabile nel settore auto.

Eppure, la strada per un accordo è tutt’altro che in discesa. Le trattative assomigliano a una partita a scacchi, dove ogni mossa va ponderata con attenzione. Il governo italiano si trova a dover bilanciare l’attrattività degli investimenti con la tutela degli interessi nazionali. Non è un gioco da ragazzi.

Uno dei nodi più spinosi riguarda le richieste di Dongfeng. L’azienda cinese sembra voler mettere le mani su alcune infrastrutture strategiche italiane, una pretesa che ha fatto storcere il naso a più di qualcuno, sia a Roma che nelle altre capitali europee. Il timore è che dietro gli investimenti si nasconda una strategia di influenza più ampia.

Il Ministero delle Imprese ha già messo dei paletti chiari: nessuna trattativa su asset strategici. Una linea rossa che evidenzia quanto sia delicato il negoziato in corso. Ma non è l’unico punto critico. C’è da discutere sulla quota di componenti italiani da utilizzare e sul ruolo che avranno i lavoratori locali. Insomma, un rompicapo non da poco.

Nonostante le difficoltà, l’opportunità è ghiotta. Con Stellantis in affanno, l’arrivo di un nuovo player potrebbe essere la boccata d’ossigeno che il settore aspetta da tempo. Migliaia di lavoratori e l’intero indotto guardano con speranza a queste trattative.

La posta in gioco è alta. Se l’accordo andrà in porto, potremmo assistere a una rinascita dell’auto made in Italy, con nuovi modelli e un’occupazione in crescita. In caso contrario, il rischio è di vedere il settore sprofondare ulteriormente. Occorrerà molta abilità da parte del governo per trasformare il crollo Stellantis in un’opportunità.

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