Il Gruppo Stellantis sta attraversando una fase di trasformazione radicale. Vi sono novità che non faranno piacere agli appassionati.
L’industria dell’Automotive è ad un anno zero. I principali marchi europei si sono uniti in potenti gruppi che hanno l’obiettivo di vendere più possibile per fronteggiare l’offensiva cinese. Non è un caso che le vetture si somiglino sempre più e vi sia un graduale allontanamento dal DNA storico dei marchi.
Senza fare tanti giri di parole Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, ha fatto capire che l’Alfa Romeo sta continuando a lanciare SUV, come la Junior, per il semplice fatto che si vendono. Poco conta il purista che amava la sportività del marchio o vetture compatte come la MiTo. Oramai vale il principio della commercializzazione di solo quello che tira su un mercato pazzo.
Queto piano di business, in tempi difficili come quelli attuali, del Gruppo Stellantis funziona. Con questa mentalità non sarebbero nati capolavori senza tempo alle nostre latitudini. I SUV sono serviti a far respirare i conti in rosso del marchio del Biscione. Il medesimo tentativo è stato fatto anche con la Maserati ma i risultati sono stati diversi. La casa emiliana è finita in una crisi di identità profonda non rispecchiando più quei tratti di esclusività di un tempo. Per questo motivo circolano voci su un possibile passaggio sotto l’ala protettiva della Ferrari.
Stellantis, i piani di crescita
La FIAT e la Lancia si rivolgono ad un target diverso, ma possono vantare una gamma rinnovata in funzione delle imposizioni politiche europee. Spazio a SUV e modelli full electric per non farsi trovare impreparati alla transizione elettrica. Per ora le EV non hanno fatto registrare numeri da capogiro ma per Stellantis potrebbe cambiare tutto. Il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA ha creato un nuovo modo di gestire il business di marchi iconici.
Il lineup Lancia prevederà un’auto di segmento D sulla piattaforma Stla Medium e poi la nuova Delta, nel 2028. E’ stato battezzato il Rinascimento del brand dal CEO Luca Napolitano che ha la volontà di proporre la Lancia Ypsilon HF con un impegno fisso nei Rally. In ogni caso sono troppi 14 brand (15 con la startup cinese Leapmotor) per reggere il confronto con l’offensiva cinese. Tavares è stato categorico: i marchi che non fanno soldi verranno eliminati. DS e Abarth non possono vantare ancora numeri straordinari. Per di più la Maserati è piombata in crisi ma non ride nemmeno l’ala francese con risultati al di sotto delle aspettative.