Al Volante della Tua Auto: Chi Guadagna Davvero dai Tuoi Dati?

Accendi l’auto, il display ti saluta, la musica riparte dove l’avevi lasciata. Tutto sembra pensato per te. Ma sotto il cofano digitale scorre un fiume di informazioni. La domanda non è se esistono: è chi sta monetizzando quei dati, e quanto conti davvero la tua scelta.

Al volante della tua auto: chi guadagna davvero dai tuoi dati?

Prima scena del mattino. Premo start, lo smartphone si aggancia al volo. Mappe, chiamate, playlist. Tutto fluido. Un dettaglio però mi torna alla mente: una volta, in un’auto a noleggio, ho trovato ancora salvata la rubrica del guidatore precedente. Lì ho capito quanto sia facile lasciare impronte. E quanto sia opaco il destino dei nostri dati dell’auto.

Hanno un nome preciso. Telematica.

L’auto registra posizione, velocità, accelerazioni, frenate, pressione gomme, stato batteria. I sistemi di infotainment catturano contatti, comandi vocali, preferenze. I servizi connessi tracciano percorsi e soste. Questo flusso non si ferma al cruscotto: viaggia verso server di case, partner tecnici, talvolta broker di dati.

Non anticipo il punto. Prima distinguiamo cosa c’è in gioco.

C’è utilità, certo. La diagnostica predittiva riduce guasti. Gli aggiornamenti OTA chiudono falle di sicurezza. Le assicurazioni con usage-based insurance offrono sconti a chi guida in modo prudente. E i servizi SOS salvano vite. Il rovescio? La profilazione diventa capillare. E spesso invisibile.

Che cosa raccoglie davvero l’auto

Dati tecnici: telemetria, errori, chilometraggio. Utili per manutenzione e garanzie. Dati di comportamento: stile di guida, orari, itinerari. Preziosi per assicurazioni e marketing. Dati personali: contatti, comandi vocali, abitudini multimediali. Sensibili in caso di breach o uso secondario. Metadati: identificativi del veicolo, ID utente, app connesse. Chiavi della circolazione del dato.

Nel 2023 il report “Privacy not included” di Mozilla ha definito le auto “un incubo di privacy”.

Tutti i 25 marchi analizzati hanno fallito i test minimi; l’84% dichiara di poter condividere o vendere informazioni; oltre metà può fornirle alle forze dell’ordine su semplice richiesta (Mozilla Foundation, 2023). Nel 2024 inchieste giornalistiche hanno documentato accordi tra costruttori e broker come LexisNexis o Verisk per profili assicurativi basati sulla guida, con impatti su premi e rinnovi (NYTimes; The Markup, 2024). Non tutte le pratiche sono uguali, ma il trend è chiaro.

Chi monetizza davvero

Le case automobilistiche: vendono servizi connessi, abbonamenti e dataset aggregati. Il “software-defined vehicle” sposta il margine dal ferro al dato. Le assicurazioni: prezzano il rischio in modo dinamico. Il valore è nel modello, non nel singolo file. I data broker e fornitori di mappe/SDK: arricchiscono profili, incrociano fonti, rivendono insight. Le app companion e l’ecosistema: token di accesso, analytics, pubblicità contestuale. Le reti post-vendita: manutenzione predittiva, campagne mirate.

E tu? Ottieni servizi più comodi e, a volte, sconti.

Ma il “vero” guadagno è altrove: è il potere informativo. Chi controlla i flussi decide condizioni, prezzi, tempi. L’asimmetria è il margine.

Cosa puoi fare, concretamente

Entra nel portale privacy del marchio. Cerca opt-out, limitazioni di condivisione e richiesta di accesso ai dati (diritti GDPR). Scollega il telefono prima di restituire un’auto a noleggio o venderla. Cancella i profili dal menù infotainment. Disattiva ciò che non usi: telemetria “miglioramento prodotto”, pubblicità personalizzata, cronologia posizione. Valuta dongle OBD e app di terzi con cautela. Verifica chi è il titolare del trattamento. In UE, segui il nuovo Data Act (applicazione graduale dal 2025): rafforza l’accesso ai dati dei dispositivi connessi e la portabilità verso terzi fidati.

Se un’informazione non è chiara, chiedila per iscritto al costruttore: l’obbligo di trasparenza esiste; la cultura del dato si costruisce con domande insistenti e scelte consapevoli.

Mi piace pensare al parabrezza come a una soglia: da una parte la strada, dall’altra il mondo invisibile dei bit. La prossima volta che giri la chiave, chiediti: sei tu a guidare i tuoi dati personali, o è il cruscotto a guidare te?

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