I farmaci diventano un problema alla guida e usando questa tipologia si rischia davvero di vedersi sospesa la patente.
Le critiche attorno al nuovo Codice della Strada non sono di certo mancate, anzi hanno evidenziato come vi sia un chiaro e netto malumore per queste innovazioni. La motivazione è legata soprattutto al test per valutare se si è assunto delle sostanze stupefacenti, con questa analisi che rischia di essere incompleta e superficiale.
Per quanto sia chiaro che nessuno dovrebbe anche solo pensare di mettersi al volante dopo che ha assunto delle sostanze stupefacenti, allo stesso è sbagliato sospendere la patente a coloro che non sono in difetto. Per questo motivo è necessario fare in modo che il regolamento possa essere quanto più chiaro possibile.
I farmaci da banco, come ha spiegato il Ministro Matteo Salvini, non andranno in alcun modo a mettere a repentaglio la patente dei cittadini, ma allo stesso tempo ci sono altri prodotti che invece altereranno il risultato. Ecco allora come mai è bene fare chiarezza su cosa si può e cosa non si può prendere, cercando di creare delle categorie che possano essere escluse.
Nessuno sembra essere soddisfatto di questa riforma che vede la “tolleranza zero“, ma allo stesso tempo anche una pazzesca serie di buchi nel regolamento. L’intervento da parte di Frmacieunite, ovvero il sindacato nazionale dei farmacisti, ha dichiarato come sarà necessario fare chiarezza per tutte quelle persone che assumono regolarmente alcuni farmaci.
Non è possibile infatti equiparare perone che devono seguire una terapia farmacologica con coloro che invece hanno bevuto alcolici o sono sotto effetto di sostanze stupefacenti. Ritirare la patente a queste persone è pura follia e va contro le norme di società civile, trattandosi questa di una sanzione ingiustificata nei confronti di persone che sono sotto cura da parte di uno specialista.
Il sindacato inoltre ha specificato come sarà necessario fare in modo che ci possano essere delle normative che possano tutelare tutti quei cittadini che presentano delle regolari prescrizioni per l’assunzione di un determinato farmaco. Grosse lamentele, giustamente, giungono anche da Liliana Dell’Osso, il Presidente della Società Italiana di Psichiatria, con queta che sottolinea come si deve fare in modo che i pazienti psichiatrici non debbano essere paragonati a chi assume stupefacenti. Sono milioni gli italiani in cura con psicofarmaci ed è impossibile pensare che tutti non siano nelle condizioni di guidare.
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