Cambia volto la Skoda, con il colosso ceco che sta prendendo delle incredibili decisioni che solo in pochi conoscono.
Tra i marchi che si sono fatti maggiormente conoscere in questi ultimi anni nel mondo dei motori vi è sicuramente la Skoda. La casa del Gruppo Volkswagen è una di quelle che ha garantito senza ombra di dubbio uno dei migliori rapporti tra la qualità e il prezzo, con gli optional che non mancano di certo all’interno dei veicoli di questo marchio anche per le versioni di serie.
Motori altamente prestazionali, con molti di essi che sono i medesimi utilizzati sia per le Audi che per le Volkswagen, ma con grandi migliorie a un prezzo molto più contenuto rispetto a queste due società. La Skoda dunque ha trovato il modo per spopolare in modo deciso sul mercato, ma non tutti sanno che le automobili non sono il suo unico pallino.
In passato infatti, quella che attualmente è la Repubblica Ceca, ha vissuto periodi molto complicati, con varie scissioni. Si cercò anche di avvicinare al mondo Skoda un genio straordinario come Ferdinand Porsche, prima che questi decidesse di mettersi in proprio, ma solo pochi sanno che nella splendida Rovereto vi è un cannone che è di derivazione Skoda.
A Rovereto, in provincia di Trento, vi è un bellissimo mortaio d’assedio progettato in passato proprio da Skoda, anche perché si sa che durante i periodi bellici, tutte le industrie sono costrette a virare per quanto riguarda la produzione. Quello presente in terra trentina è uno dei pochissimi superstiti in tutta Italia e si presenta in Piazza Podestà.
Ora però è tempo di mantenerlo nel miglior modo possibile e a spiegarlo ci ha pensato il Direttore del Museo della Guerra, ovvero Francesco Fizzera, con questi che ha dichiarato che vi sarà un restauro dell’idea. Fizzera inoltre ha spiegato che la scelta del mortaio in piazza era molto comune quando la guerra era appena finita ed era un modo per ricordare ed esaltare quei soldati che erano caduti con onore.
Oggi invece le motivazioni che portano al rinnovamento del mortaio sono ben diverse, con il suo ricordo che è ben più triste, visto come nella Prima guerra mondiale, si sia calcolato come il 70% dei feriti siano derivati proprio da armi come i cannoni. A occuparsi di questo progetto di restauro è la ditta Bronzini Restuari, con l’incarico che è stato assegnato dal Museo, grazie anche al contributo economico del Comitato tecnico scientifico.
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