Il Green Pass è stato un documento molto discusso, ma ora sta per arrivarne uno che lo ricorda davvero moltissimo.
La Pandemia legata al Coronavirus è stato uno dei momenti più assurdi che l’umanità ha passato negli ultimi anni. Probabilmente nessuno avrebbe mai anche solo immaginato di finire all’interno di una pandemia globale, con il fatto di rimanere in casa che era diventato un obbligo per Legge.
Molti hanno vissuto molto male questa situazione, soprattutto coloro che vivevano al tempo in casa piccole, magari solo dei monolocali che sembravano diventare delle piccole celle. Per fortuna il peggio è passato, con questa attenzioni che sono state necessarie per limitare l’espansione di un virus che ha causato troppe morti.
Per questo motivo non doveva certo sorprendere il fatto che il Governo avesse deciso di instaurare il sistema del Green Pass. Questi infatti dava modo a coloro che si erano vaccinati di potersi muovere ed entrare in luoghi chiusi. Molti hanno visto questa azione come una privazione della libertà, ma così non è stato. I documenti che attestano alcune caratteristiche particolari inoltre sembrano pronti a tornare di moda, non solo per le persone.
Anche le automobili stanno diventando ormai sempre più controllate, con questo atteggiamento da parte di istituzioni e aziende automobilistiche che dipende soprattutto dalla volontà di creare un sistema che possa essere quanto più sicuro possibile. Ecco allora come mai si sta decidendo di varare un sistema che darà vita alla Carta d’identità per le auto.
Il piano dovrebbe diventare operativo a partire dal 2026, con questi che prenderebbe il nome di CIV, il che sarebbe un database che verrebbe gestito direttamente dal Ministro dei Trasporti. L’intento è quello di poter offrire la massima trasparenza e chiarezza possibile per quanto riguarda la vita delle auto, dando così modo anche di evitare delle possibili truffe sui chilometri per quanto riguarda la vendita delle auto usate.
A spiegare come si potrebbe sviluppare questo CIV ci ha pensato Silvia Pansini, colei che è la promotrice di questa iniziativa, come riporta Quattroruote. Il problema attuale sta nel fatto che non vi siano dei dati certi che diano la possibilità di poter monitorare con la totale certezza la vita e i dati che riguardano una determinata auto. Per questo motivo diventa necessario cercare di incentivare quanto più possibile l’utilizzo di una Carta d’identità per le auto e chissà che dal 2026 non diventi davvero Legge.
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