Attacco nei confronti di Marquez e Bagnaia, Ducati allarmata: è finita malissimo

Duro attacco nei confronti di Marquez e Bagnaia, con la Ducati che ora prenderà seriamente queste dichiarazioni.

Anche nel 2025 la Ducati sta dimostrando di essere il punto di riferimento nel mondo delle corse, con la MotoGP che sembra essere una sorta di “Ducati Cup”, come qualcuno l’ha definita. La speranza per la casa emiliana è quella di tornare al successo con la casa ufficiale, a differenze di ciò che è accaduto nel 2024 con la Pramac di Jorge Martin.

Naturalmente non sono mancati i festeggiamenti e anzi ciò ha dimostrato come la Ducati abbia avuto modo di entrare ancora di più nella storia, con Martin che è diventato il primo pilota di sempre a vincere in MotoGP con una scuderia satellite. Il primo posto per ora è ancora di un Team non ufficiale, con Alex Marquez che ha conquistato il primo posto a suon di secondi piazzamenti in gara.

Le vittorie sono state però tutte ducatista, con cinque per Marc Marquez e una per Pecco Bagnaia. In queste prime gare non sono mancate però delle moto che potevano anche mettere in difficoltà le Ducati, anche se alcune dichiarazioni non sono di certo invecchiate nel miglior modo possibile.

Mir in Argentina attacca le Ducati: poi la caduta

Aveva fatto molto discutere la dichiarazione di Joan Mir poco prima della sua prova in Argentina, con lo spagnolo che ha finalmente una Honda che può lottare costantemente per le prime dieci posizioni. Lo spagnolo campione del mondo del 2020 aveva sottolineato infatti come l’obiettivo dell’Ala Dorata in Sudamerica era quello di entrare nelle prime 5 o 6 posizioni.

Joan Mir MotoGP Ducati Honda
Mir in Argentina attacca le Ducati: poi la caduta (Instagram – derapate.allaguida.it)

Mir inoltre ha rincarato anche la dose pensando a una MotoGP senza Ducati. “Se non ci fossero cinque o sei Ducati saremmo in una posizione diversa e potremmo anche lottare per il primo posto. Ci sono però delle moto super competitive che stanno un passo davanti alle altre”. Un’affermazione che lascia molto il tempo che trova, anche perché non avrebbe senso in questo momento una MotoGP senza Ducati.

Da un lato però è vero che questa Honda ha finalmente delle buone caratteristiche che la possono portare a lottare per le prime dieci posizioni, ma Mir dimentica che bisogna anche finire la gara. Lo spagnolo in Honda si è visto molto più spesso per terra che al traguardo, con ben 21 ritiri in 3 anni, più cinque gare perse per infortunio e tante cadute nella Sprint. In Argentina ha chiuso nono, unica prova dell’anno nella quale ha visto la bandiera a scacchi, quindi forse il suo principale pensiero non dovrebbe essere la Ducati.

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