Audi, ufficiale la chiusura. E’ una vera mazzata, la decisione dell’azienda dice molto sulle difficoltà del momento attuale.
Le esigenze climatiche impongono di far si che i livelli inquinamento e emissioni dannose vengano al più presto abbattuti, e in questo senso le automobili hanno un ruolo fondamentale. Anche le istituzione politiche spingono verso una mobilità green (in particolare l’Unione Europea, che intende fermare la produzione di diesel e benzina entro il 2035).
Le auto elettriche, però, che rappresentano la scelta ad oggi prediletta per intraprendere questo percorso, continuano a non convincere. Il mercato dell’elettrico ha comportato non poche difficoltà delle aziende. I costi di questi modelli sono più elevati rispetto a quelli tradizionali, e la domanda fatica a decollare. Questo si è tradotto in molti casi in importanti perdite per le aziende, soprattutto per chi, come per esempio il gruppo Volkswagen, ha puntato molto su questa tecnologia.
Il gruppo tedesco sta vivendo un momento di grandi difficoltà. In questi mesi sono state molte le decisioni difficili che il colosso è stato costretto a prendere. Nelle ultime ore è arrivata una delle notizie che riguarda uno dei suoi marchi più amati e blasonati, Audi.
Audi, ufficiale la chiusura
Audi avrebbe deciso di fermare la produzione nel suo storico stabilimento di Bruxelles, in Belgio, a partire dal 28 Febbraio 2025, come comunicato in un consiglio con i sindacati. E’ un duro colpo non solo per le 3.000 persone che lavorano nello stabilimento, ma per tutta l’industria dei motori europea. Nella fabbrica si produceva il SUV Q8 e-tron, e la decisione è il frutto della bassa domanda dell’elettrico nel nostro continente, oltre che degli alti costi di produzione in Belgio.
Alcune funzioni dello stabilimento continueranno a funzionare, come manutenzione e contabilità, e si discute anche di un possibile nuovo investitore, un produttore di veicoli commerciali secondo quanto si legge sulla Gazzetta dello Sport, che potrebbe interessarsi alla fabbrica e ai 58 ettari del sito.
Come confermato da Pineur però, segretario del sindacato Cne Industrie, anche qualora si concretizzasse l’ipotesi di un nuovo utilizzo non si sa se questo coinvolgerebbe tutta la struttura o solo una parte, e se e quanti dipendenti potrebbero eventualmente rientrare nel progetto. In attesa di capire quale sarà il destino di questo storico stabilimento, di certo c’è‘ l’ennesima brutta notizia di quest’anno per l’industria europea, che si aggiunge alle preoccupazione per la notizia della chiusura di alcuni stabilimenti Volkswagen in Germania.