Aumentano i soldi da spendere per questi modelli. Gli automobilisti europei, non solo quelli italiani, costretti a correre al riparo.
Guardando ai prezzi delle automobili ad oggi e confrontandoli con quelli che potevamo trovare trenta, venti anni fa, emerge chiaramente come possedere un veicolo privato sia diventato sempre più un lusso. Anche se prendiamo in esame i modelli più economici delle case che producono prodotti low-cost per tutte le tasche, il risultato non varia. Soltanto pochi brand come Dacia o quelli cinesi riescono davvero a tenere i costi bassi.
Un rincaro che non si limita ad interessare il prezzo di listino delle automobili ma che coinvolge tasse, RC auto – il premio medio è aumentato fino a 400 euro quest’anno nel nostro paese – e naturalmente spese di riparazione e gestione del mezzo, tutti fattori che portano sempre più persone a lanciarsi sul mercato dell’usato o meglio ancora del leasing.
Chi però per ragioni personali ha proprio bisogno di una vettura privata, non può fare a meno di notare un nuovo rincaro arrivato a rendere le cose ancora più difficili. Queste automobili, in particolare alcuni modelli, sembravano la perfetta alternativa per chi non ha una cifra molto elevata da sborsare per un’automobile tutta nuova. Le cose sono peggiorate rapidamente.
Di recente l’Unione Europea ha annunciato dei rincari sui dazi per le automobili importate dalla Cina che non coinvolgono soltanto i produttori del paese in se per se ma tutti i costruttori che hanno fabbriche o installazioni nel paese e che intendono esportare nel continente più vecchio le loro auto. Un bel problema, per chi ha intenzione di approfittare delle offerte di certi brand in particolare…
I dazi hanno colpito soprattutto i produttori con i prezzi più bassi per livellare i prezzi di mercato e far si che quella cinese non diventi una sorta di concorrenza non proprio leale laddove incentivi locali diversi e costo della manodopera azzerato rendono produrre un’auto venduta sotto i 10mila euro in Europa più facile rispetto ad un marchio nostrano.
Le case più colpite vedranno sommarsi al 10% di tassazione attuale fino al 38,1% di dazi aggiuntivi: produttori come SAIC per esempio vedranno praticamente aumentare del 50% o poco meno il prezzo delle loro vetture nei paesi membri, una soluzione che fa felici i produttori europei ma un po’ meno quelli cinesi e, presumibilmente, i consumatori.
Senza considerare i dazi precedentemente attuati abbiamo quindi BYD che fa i conti con un più 17,4% mentre un altro nome storico come Geely deve sommare alle tasse attualmente in vigore il 19,9%. La risposta cinese non si è fatta attendere: il Governo di Pechino minaccia di aggiungere al 15% di dazi vigenti altre tasse aggiuntive in quella che è ormai diventata una guerra dei prezzi a tutti gli effetti.
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