Attenzione allo scandalo che sta colpendo il mondo dei motori. Centinaia di migliaia di auto sono difettose, il numero è ben più largo del previsto: ecco tutti i dettagli svelati, che caos
Il mondo dei motori è fermo con il fiato sospeso. Un nuovo scandalo tiene tutti sotto scacco, coinvolgendo oltre centinaia di migliaia di veicoli che sono stati svelati come difettosi. Una brutta gatta da pelare, che ha gelato il sangue di tanti proprietari e dei grandi marchi che sono rimasti bloccati all’interno di questo bailamme. Il problema è molto più vasto di quanto previsto e non è una bella notizia per tutti i protagonisti in gioco
Di cosa parliamo? Dello scandalo Takata, che ha colpito ben 100.000 veicoli in giro per l’Europa e non solo. Gli airbag della nota casa produttrice giapponese ha messo in ginocchio anche i brand che hanno fatto riferimento e rifornimento da questo. Secondo l’Ufficio Federale delle Strade in Svizzera, il numero di auto coinvolte è ben più ampio del previsto e non fa sconti anche ai marchi di fascia premium.
Solamente BMW conta ben 71.000 auto difettose a causa degli airbag di Takata. E a questi vanno poi aggiunti i numeri degli altri marchi maggiormente colpito, come Volkswagen, Citroen e Toyota. Il totale dei brand coinvolti nel caso Takata sono all’incirca venti e ha generato grande rumore nel corso di questo 2025. I richiami sono già avviati e sono tutti concentrati in Svizzera.
Scandalo Takata, airbag difettosi: cosa non va
Secondo quanto emerso dalle indagini degli organi preposti, il motivo del richiamo è dovuto al funzionamento difettoso degli airbag di Takata. Per quanto non si siano registrati in Svizzera incidenti mortali a causa di queste problematiche, la situazione preoccupa i proprietari delle auto coinvolte e di pari passo anche per i concessionari.

Ma i problemi non terminano qui. Philippe Burri, responsabile del servizio automobilistico del Cantone di Neuchâtel, ha evidenziato ulteriori perplessità. La gestione del richiamo da parte di Takata è ritenuto lacunoso e insufficiente. Tempistiche lente e macchinose, mancanza di contromisure rigide e di sistemi di prevenzioni efficace: questi sono solo alcune delle problematiche evidenziate dalle istituzioni elvetiche.
La questione mantiene un’importanza di primo piano, mentre il malcontento dei clienti non si placa. Il problema rischia di allargarsi anche all’esterno dei confini svizzeri, tenendo in ansia anche Francia, Italia e gli altri paesi vicini. La situazione resta sotto l’attenzione del mondo dell’Automotive.