A volte le rivoluzioni più grandi nascono da compromessi inaspettati. Nel mondo delle auto elettriche sta emergendo una tendenza che fa sorridere: i consumatori vogliono ancora un po’ di benzina nel motore.
C’è qualcosa di poetico nel modo in cui il mercato automobilistico continua a sorprenderci. Come quando un amico ti dice che ha smesso con il caffè, ma tiene sempre una piccola scorta nel cassetto, così gli americani si stanno avvicinando all’elettrico – ma con qualche riserva.
La storia arriva da Scout Motors, marchio storico riportato in vita da Volkswagen con grandi ambizioni green. L’azienda voleva lanciarsi nel mercato delle auto elettriche pure, pulite come l’aria dopo un temporale estivo. Ma il destino, o meglio i clienti, avevano altri piani.
Il colpo di scena è arrivato dai numeri del sondaggio interno: ben l’81,3% dei futuri acquirenti Scout ha scelto la versione con range extender a benzina. Questo piccolo generatore, chiamato Harvester, fa la differenza tra un’autonomia di 560 chilometri e una di oltre 800. Non male per un’auto che doveva essere completamente elettrica.
Sul forum aziendale, dove gli interessati hanno versato i loro 100 dollari di caparra per mettersi in lista, emerge un dettaglio ancora più interessante. Più della metà di loro non ha mai guidato un’auto elettrica prima. È come se questo piccolo motore a benzina fosse una coperta di Linus, qualcosa che ti fa sentire al sicuro mentre ti avventuri in territorio sconosciuto.
I due modelli in arrivo – il SUV Traveler e il pickup Terra – non saranno pronti prima del 2027. Scout Motors sta seguendo le orme di Tesla, puntando sulla vendita diretta e su un rapporto stretto con i clienti. Ma a differenza di Tesla, ha capito che forse il salto nell’elettrico puro è troppo grande per molti.
È curioso come le cose si evolvano. Scout Motors voleva essere un campione delle zero emissioni, e invece si ritrova a vendere auto elettriche con un piccolo cuore a benzina. L’Harvester, da optional secondario, è diventato il motivo principale per cui la gente sceglie Scout rispetto alla concorrenza.
Forse è proprio questo il segreto: invece di forzare una rivoluzione totale, permettere una transizione più dolce. Come quando impari a nuotare: prima ti tieni al bordo della piscina, poi piano piano ti allontani sempre di più. Il range extender è quel bordo della piscina che ti fa sentire sicuro mentre impari a muoverti in acque nuove. E chissà che non sia proprio questo approccio graduale a far vincere, alla fine, la sfida dell’elettrificazione.
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