Svelato cosa succede davvero nel box Ducati. Bagnaia svela finalmente il segreto di Marquez.
Quando a giugno del 2024 Marc Marquez ha firmato per il team ufficiale Ducati diventando di fatto il nuovo compagno di squadra di Pecco Bagnaia, l’immagine che tutti si erano creati del futuro, era di un ping pong tra i due. Un Mondiale 2025 totalmente a trazione rossa, per cui se non vinceva l’uno toccava all’altro. Come spesso accade, però, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare ed infatti la narrazione effettiva è stata ben diversa. Mentre lo spagnolo è entrato immediatamente in sintonia con la GP25, l’italiano non ha ancora trovato il bandolo della matassa.
A rendere perfettamente l’idea della differenza di prestazioni tra i due, l’impietosa classifica generale che vede l’asso di Cervera svettare a quota 487 e il piemontese occupare la terza posizione con un bottino di soli 237 punti. La scarsa fiducia nella nuova moto mista alla sudditanza psicologica nei confronti dell’otto volte iridato hanno giocato un brutto scherzo al chivassese che, con onestà intellettuale non ha temuto di vuotare il sacco e confidare al mondo cosa sta rendendo il catalano invincibile.
Marquez un maestro da cui imparare, Bagnaia mette a tacere le malelingue
Alla vigilia dell’appuntamento di casa a Misano Adriatico, Pecco ha cercato di annacquare i sospetti che la vicinanza di un mastino come Marc abbia compromesso la sua serenità rendendolo nervoso e propenso all’errore, ma soprattutto ha fortemente negato la presenza di tensioni all’interno del box factory di Borgo Panigale. “Siamo entrambi intelligenti ed abbiamo sempre avuto un buon rapporto anche in precedenza. Per quanto mi riguarda, in generale non ho mai avuto problemi con i miei compagni di squadra”.
“Inoltre, quando hai la possibilità di parlare con un pilota del genere cerchi solo di trarre il massimo“, il suo pensiero riportato dal sito Motosan. Nessuna incomprensione o malessere quindi. Solamente l’incapacità di sfruttare con regolarità il potenziale della sua Desmosedici. “Non riesco ad essere costante, che è il mio obiettivo. Per quanto mi sforzi ad adattarmi, non sono in grado di farlo come gli altri colleghi di marca”, ha ammesso.

Per non deprimersi davanti agli insuccessi il 28enne ha deciso di utilizzare una tecnica sui generis da affiancare al classico lavoro in palestra. “Mi rivedo le vecchie gare dove ho ottenuto buoni risultati. Mi fanno ricordare quale sia il mio vero potenziale“.