Queste auto sono state bandite: la decisione del governo è destinata a far discutere, è già scoppiata la polemica
Politica e industria dei motori sono da sempre strettamente legate, ma forse mai come in questi ultimi anni le decisioni dei governi internazionali stanno influendo sulle strategie delle case automobilistiche e delle aziende del settore. Viene in mente il discorso legato alla transizione elettrica e alle normative sulle emissioni, ovviamente. Ma non solo. Le tensioni internazionali, e l’ingresso sul mercato di nuovi grandi attori pronti a contendere ai grandi marchi europei e statunitensi la leadership del settore, hanno creato non poca apprensione in chi sino a quel momento aveva dominato per decenni il mercato internazionale.
L’industria della Cina, negli ultimi decenni. è cresciuta a dismisura. I modelli che arrivano dal paese del Dragone sono sempre più diffusi sulle nostre strade, ma non solo. Molti colossi europei e statunitensi si affidano a componenti cinesi e hanno spostato la loro produzione nel paese. L’influenza di Pechino nell’industria dei motori internazionale, insomma, è sempre maggiore, e a preoccupare è soprattutto il piano tecnologico.
Gli Stati Uniti mettono al bando le tecnologie cinesi
Tra gli ultimi provvedimenti voluti dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, prossimo a cedere il testimone a Donald Trump, c’è il regolamento che vieterà l’importazione e la vendita sul mercato americano di praticamente tutte le auto e i camion dotati di tecnologie cinesi, come riportato dal portale hdmotori.it. Questo provvedimento riguarderà non solo la Cina, ma anche per esempio altri paesi giudicati ostili come la Russia.
La misura è stata giustificata con motivi di sicurezza nazionale, e punterebbe a proteggere la privacy dei cittadini e ad evitare che altri possano usufruire dei dati raccolti dalle vetture per altri fini, le auto moderne infatti sono ipertecnologiche e accessoriate, dei veri computer dotati di sensori, fotocamere e gps, con tutti i rischi che ne conseguono. Le restrizioni, viene specificato, riguardano anche i componenti e ricambi venduti separatamente.
Questo, ovviamente, comporterà non pochi disagi alle aziende che fanno affidamento su tecnologie e componenti cinesi, che dovranno cambiare la propria filiera e trovare una soluzione alternativa. Dal 2027 prenderanno il via i divieti per quanto riguarda i software, mentre per gi hardware la data è fissata per il 2029. I nuovi divieti non riguarderanno software progettato prima dell’entrata in vigore della misura, a patto che non siano gestiti da un’azienda cinese.