BMW, uno dei modelli di punta è cinese: adesso arriva la grande batosta per il colosso

Lo storico marchio bavarese BMW sta spopolando anche sul mercato cinese ma c’è un problema. Subentra una situazione davvero difficile da gestire. 

La casa produttrice tedesca BMW è una realtà di successo in Europa, dove non ha bisogno di presentazioni, negli USA, dove soprattutto le convertibili e le coupé del marchio sono universalmente riconosciute come sportive di razza e pure da noi in Italia, soprattutto grazie a Motorrad, dipartimento dedicato alle due ruote dell’azienda che nel 2023 ha ammassato numeri da record. Adesso però, la casa punta un nuovo obiettivo.

Il marchio tedesco vuole spopolare anche in Asia ma soprattutto sul difficile mercato della Cina, caratterizzato da un bacino di utenza potenzialmente infinito ma che risulta molto punitivo per la grande quantità di alternative low-cost – spesso veri e propri cloni di auto più celebri – che possono ostacolare la diffusione dei modelli di un marchio europeo.

Il brand si è mosso intelligentemente e in modo previdente. Pensate che la piattaforma BMW Neue Klasse su cui il brand baserà gran parte dei suoi prossimi modelli elettrici nasce guardando proprio al mercato cinese, come hanno confermato alcune fonti interne alla casa – la produzione del modello avverrà proprio a Shenyang in Cina – segno di come il brand punti molto su questa operazione. Tuttavia, si prospetta l’ombra di un enorme problema che la casa mai avrebbe potuto prevedere.

BMW, problemi con la Cina

Se da una parte la colonizzazione del mercato cinese potrebbe andare a buon fine non si può dire lo stesso per l’esportazione di ritorno di vetture del brand. Come abbiamo appena visto BMW ha delle fabbriche in Cina e da queste può poi scegliere di esportare auto prodotte a costi molti convenienti di nuovo nel continente europeo, se non fosse per un “piccolo” problema di natura geopolitica che si è appena presentato.

Di recente l’Unione Europea ha rotto gli indugi approvando i nuovi dazi contro le automobili cinesi – soprattutto elettriche – con un rialzo su queste tasse indirette che arriva fino al 38,1% per alcuni marchi, ritenuti più pericolosi per la concorrenza europea che non può pareggiare i prezzi così bassi delle case cinesi per tanti motivi, principalmente legati alla retribuzione del personale che produce vetture.

Il problema? I dazi non distinguono tra case cinesi ed europee e vengono applicate su tutte le vetture prodotte nel paese del dragone. Questo non giova affatto a BMW che di punto in bianco, si trova un dazio del 38,1% più alto sulle proprie vetture prodotte a Shenyang e nel resto della Cina. Tra i modelli affitti da questo problema anche la Mini Aceman, crossover su cui la casa aveva investito molto e che nel 2026 arriverà pure nel Regno Unito dove Mini ha avuto i natali.

Mini Aceman problema BMW dazi costi
La Mini Aceman è a rischio: il prezzo di 35mila euro potrebbe ora crescere (BMW) – Derapate.allaguida.it

A rischio anche altri modelli realizzati cooperando con le case cinesi come Great Wall. Non è un caso che il CEO Oliver Zipse di BMW abbia protestato quando sono stati proposti questi dazi dicendo che: “I dazi non sono la strada da seguire”. Ora, il brand tedesco si trova un ostacolo apparentemente insormontabile – salvo nuovi accordi tra Cina ed UE ovviamente – per un piano di mercato che sembrava perfetto. Ma solo sulla carta.

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