Il caro carburante continua a essere materia di discussione in Italia e non solo. I dati rimangono effettivamente preoccupanti.
Il caro carburante continua a fare discutere tantissimo, in Italia e non solo. Negli ultimi anni soprattutto, infatti, i prezzi legati fare il pieno alla propria macchina sono aumentati a dismisura. In certi casi il prezzo per il servito ha toccato – se non superato – il tetto dei 2 euro al litro. Numeri, questi, che oltre ad essere preoccupanti hanno attanagliato non poco gli stipendi dei cittadini e degli automobilisti.
La morsa dei rincari legati a benzina e diesel soprattutto non sembra voler allenatare la presa, nemmeno a metà 2024. Pur con un ribasso nelle ultime ore, in effetti, i dati legati al nostro paese rimangono a dir poco amari. Chi utilizza abitualmente una vettura in Italia non può che rimanere scioccato da una situazione in continua e costante evoluzione ma che evidentemente non sta migliorando quanto ci saremmo aspettati.
Nel giro dell’ultima settimana, i prezzi di benzina e diesel hanno subito un leggero calo. Niente di straordinario, ma comunque una sensibile variazione dei prezzi è stato riscontrato. Bisogna precisare, però, che il costo della benzina e del diesel varia in continuazione, perciò soffermarsi troppo sul cambiamento settimanale di uno o l’altro carburante è quantomeno superficiale, se non addirittura fallace. In ogni caso, attualmente il costo medio della benzina è di 1,865 euro al litro, mentre quello del gasolio si attesta su 1,771 €/l.
I dati di giugno, elaborati da Staffetta Quotidiana, seguono questo trend: benzina al self service 1,866 €/l, con il diesel che si aggira attorno a 1,714 €/l. Il servito, invece, schizza ancora alle stelle: 2,007 €/l per la benzina e 1,858 €/l per il diesel.
Per quanto riguarda il trend medio la situazione è davvero complessa. Nella classifica dei 27 Stati dell’Unione Europea, l’Italia si trova quinta nella scala dei prezzi medi più alti. A primeggiare – se così possiamo dire – si trova la Danimarca, poi abbiamo anche Olanda, Grecia, Francia e per l’appunto Italia. A Malta, invece, la benzina viene pagata 1,340 €/l, il diesel 1,210 €/l.
Cosa non sta funzionando con il carburante? Prima di parlare direttamente dell’Italia, c’è da dire che le raffinerie sono ormai in una situazione critica. Questo vale per i Paesi europei come per gli USA. Dato che la materia prima scarseggia e i consumi aumentano, i prezzi ricevono importanti ripercussioni. Va detto, però, che l’Italia subisce un costo industriale di benzina e gasolio fra i più bassi d’Europa. Il problema è che, fra accise e IVA, non c’è alcun Paese europeo che raggiunge il livello di costi del nostro.
Non è questa la sola ragione che ci porta a comprendere i prezzi salati del carburante sul territorio italiano. Un’altra motivazione potrebbe essere quella delle vendite dei distributori rintracciabili sulle nostre strade (che sono in tutto 21.700): 1,3 milioni di litri di carburante. In Germania, Francia e Spagna vengono facilmente superati i tre milioni, perché le stazioni di servizio sono meno numerose e ingombranti.
Inoltre, in questi Stati gli impianti sono più grandi ed efficienti. Ciò influisce inevitabilmente anche sul prezzo finale. Se a tutto questo aggiungiamo i tanti impianti di piccole dimensioni, è chiaro che i costi schizzino alle stelle. I gestori sono costretti a fare l’impossibile per far quadrare i conti, e quindi tendono ad aumentare il prezzo finale: anche in questo modo si spiegano i rincari.
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