Le forze dell’ordine possono controllare il cellulare oppure no? La legge parla chiaro: tutto ciò che bisogna sapere in merito.
Quando si è al volante della propria auto può capitare di essere fermati a un posto di blocco. Se si ha tutto in regola non si ha nulla da temere: gli agenti, infatti, provvederanno a controllare che la patente del conducente e l’assicurazione auto siano in corso di validità, così come la revisione del veicolo. In più è importante avere sempre la cintura di sicurezza indossata, oltre ai fari accesi nel caso in cui si venga fermati nelle ore notturne.
Ma è possibile che durante un controllo le forze dell’ordine chiedano anche di controllare il cellulare? In realtà non sono pochi gli utenti fermati sia in auto che a piedi che hanno ricevuto questa richiesta da parte degli agenti. Può capitare, ad esempio, in situazioni di necessità e urgenza, come ad esempio il sospetto che la persona fermata sia pericolosa e possa utilizzare lo smartphone per compiere attività criminali.
Tuttavia sul controllo delle chat da parte della polizia la legge parla molto chiaro. L’articolo 352 del Codice di Procedura Penale e l’articolo 13 della Costituzione stabiliscono che gli agenti non possono controllare il telefono della persona fermata senza mandato o motivi urgenti.
Attenti al posto di blocco: non possono farlo, la legge è chiara
L’articolo 13 della Costituzione italiana sancisce l’inviolabilità della libertà personale. Ciò vuol dire che solo attraverso atti motivati dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge si può procedere alla perquisizione personale: nei casi di flagranza di reato, ad esempio, oppure quando vi è il fondato motivo di ritenere che il ritardo possa compromettere le indagini. Anche in questi casi, però, la perquisizione dovrà ottenere la validazione dell’autorità giudiziaria entro 48 ore.

Ma non è tutto: c’è anche un altro aspetto che è bene conoscere per sapere come comportarsi di fronte a una richiesta di questo tipo. La giurisprudenza, come ricordato dal noto avvocato Angelo Greco (che fornisce spesso chiarimenti sui social in merito a varie questioni), chiarisce che i dati conservati su un cellulare hanno natura di corrispondenza e sono protetti dalla Costituzione.
Per farla breve, se la polizia non ha un mandato o non si ravvisa una situazione di necessità e urgenza prevista dalla legge non è possibile controllare il telefono e di conseguenza le chat.