Toyota, arriva la decisione ufficiale. Costretta a chiudere, è una batosta per l’azienda ma non solo. E’ allarme in tutto il paese.
Non sono certo ore semplici per Toyota, e ancora meno per i suoi dipendenti. Nelle ultime ore l’azienda si è trovata a vivere una vera tragedia nel nostro paese, in uno dei suoi centri in Emilia Romagna. Un’esplosione nello stabilimento di Borgo Panigale nella giornata di mercoledì 23 ottobre è costata la vita a due lavoratori, Lorenzo Cubello e Fabio Tosi, e ha provocato lesioni ad altre 13 persone. La procura di Bologna sta al momento indagando sull’accaduto e ha aperto un fascicolo contro ignoti per capire cosa ha scatenato l’episodio.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, le prime ipotesi sarebbero già sul tavolo delle autorità. L’esplosione potrebbe essere stata provocata da uno scambiatore, utilizzato per regolare la temperatura. Sono in corso accertamenti sull’apparecchio per capire cosa abbia scatenato l’effetto bomba. Sono ore, ovviamente, di profondo sgomento per i dipendenti dello stabilimento e per tutta l’azienda. Nelle ultime ore, è arrivata tra le altre cose anche una notizia che sin da subito è apparsa inevitabile.
La Toyota Material Handlinh di Borgo Panigale è ufficialmente chiusa ed è sotto sequestro dopo i tragici eventi dello scorso 23 Ottobre. Tutte le attività nella febbrica saranno sospese (incluse quelle da remoto). Gli 850 dipendenti bolognesi sono, con effetto retroattivo a partire dalla data dell’incidente, in cassa integrazione ordinaria se l’azienda darà il via libera, come trapelato al termine di riunione fra l’amministratore delegato Michele Candiani, il responsabile delle risorse umane Michele Furzetti e i rappresentanti dei lavoratori.
Quando riprenderanno le operazioni nello stabilimento, è previsto che i dipendenti abbiano a disposizione un servizio di accompagnamento psicologico che li aiuti a sostenere il ritorno alle attività dopo quanto avvenuto. I sindacati Fim, Fiom e Uilm nell’incontro hanno richiesto che venisse attivato l’ammortizzatore sociale, che venissero stabilizzati i contatti interinali in scadenza e che venisse concessa l’integrazione al 100% a carico dell’azienda del trattamento di cassa integrazione, come da loro stesso comunicato con una nota. Questa tragedia ha certamente scosso l’intero paese, e toccato nel profondo non solo Toyota, ma soprattutto i suoi dipendenti. Il tema della sicurezza sul lavoro continua a toccare nel profondo. La speranza è che tutti, istituzioni, aziende e sindacati, possano collaborare per far si che situazioni simili non si ripetano.
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