Ancora polemiche su Stellantis, l’azienda pronta al taglio: la decisione fa infuriare sindacati e lavoratori
Le decisioni di Stellantis continuano a sollevare davvero molte polemiche nel nostro paese. Il gruppo da tempo è in contrasto, neanche troppo velatamente, con il governo italiano – ultima la diatriba sui fondi del pnrr che dovevano essere destinati alla gigafactory di Termoli ma sono stati dirottati altrove per la mancanza di certezze sulle tempistiche di realizzazione fornite dalla holding.
Alla base della contesa c’è la decisione di Stellantis di spostare sempre maggiori attività all’estero. Il futuro degli stabilimenti italiani preoccupa non solo le istituzioni, ma anche sindacati e lavoratori che chiedono rassicurazioni sulla produzione futura e sugli investimenti che vedranno protagonisti il nostro paese.
Stellantis dal suo canto suo rassicura sul volere puntare molto sull’Italia e sulla produzione nelle fabbriche del nostro paese, ma giustifica anche la necessità di prendere decisioni scomode per riuscire a sopravvivere nel mercato odierno: la temibile concorrenza cinese preoccupa, e le complicazioni della transizione elettrica stanno mettendo a dura prova il settore. Il gruppo ha più volte richiesto proprio per questo motivo un maggiore sostegno da parte delle istituzioni e lamenta invece una situazione difficile da navigare sul mercato europeo.
La priorità in attesa di risvolti positivi, come detto, è ottimizzare al massimo le risorse. In questo senso Stellantis negli ultimi mesi ha compiuto diversi tagli, anche per quanto riguarda lo stabilimento di Cassino. A farne le spese sono anche tutte le attività legate all’indotto FIAT, e una delle azienda, la Fionda (specializzata nella lavorazione di tessuti pregiati utilizzati per i rivestimenti delle auto) sarebbe già purtroppo pronta a pagare il conto.
Per via dei tagli alla produzione che in particolare ha coinvolto l’universo Maserati (per la maggior parte si occupa delle lavorazioni della Grecale, di cui al momento vengono prodotte appena 8 unità al giorno nello stabilimento), l’azienda di Frosinone, come riporta il portale clubalfa.it, sarebbe costretta a lasciare andare un terzo dei suoi lavoratori. Al momento i dipendenti dell’azienda sono 93, ma la difficile situazione di Stellantis e il calo di produzione dello stabilimento ha reso necessario abbassare il numero.
La situazione spinge ovviamente a riflessioni sugli effetti che le decisioni hanno sull’intera industria dell’automotive italiano e certo non rassicura in ottica futura. La necessità di un secondo costruttore oltre Stellantis ad investire in Italia sembra essere sempre più impllente.
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