La piccola cinese sta rivoluzionando il mercato dei minivan: un veicolo che trasforma l’abitacolo in uno spazio di vita sorprendentemente versatile.
Ci risiamo, verrebbe da pensare. Un altro costruttore cinese che cerca di replicare il successo di un modello occidentale. Ma questa volta la storia è diversa. La Zeekr MIX, nata come risposta orientale alla Volkswagen ID.Buzz, sta dimostrando di avere una personalità tutta sua.
Il gruppo Geely ha fatto centro con questo minivan elettrico che costa appena 36.000 euro sul mercato cinese. Un prezzo che fa riflettere, soprattutto considerando quello che offre. Non è solo un’auto, è un manifesto di come si possa ripensare lo spazio interno di un veicolo. Come quei giocattoli che da bambini ci facevano sognare, capaci di trasformarsi in mille modi diversi.
Un abitacolo che sfida l’immaginazione
La vera magia della Zeekr MIX si nasconde dietro le portiere. Bastano pochi gesti per trasformare l’abitacolo in qualcosa di completamente nuovo. Il passo di 3 metri, inserito in una carrozzeria lunga 4,69 metri, crea uno spazio che sembra più grande all’interno che all’esterno. È come entrare in una di quelle case minimal giapponesi, dove ogni centimetro è sfruttato con intelligenza.
I sedili anteriori sono un piccolo capolavoro di ingegneria. Rivestiti in pelle Nappa, ruotano di 270 gradi creando un salottino su ruote. La console centrale scorre avanti e indietro su una rotaia di due metri, portando con sé frigobar e tavolini di varie dimensioni. L’altezza interna di 1,35 metri regala una sensazione di ariosità che non ti aspetti da un minivan. E poi c’è il bagagliaio da 568 litri, che non delude quando serve caricare i bagagli per un weekend fuori porta.
Ma la vera rivoluzione sta nel modo in cui questo spazio si può utilizzare. Al mattino può diventare una sala yoga, a mezzogiorno un ufficio mobile, la sera il posto perfetto per una partita a carte con gli amici. Tutto scorre, tutto si trasforma, come in un gioco di prestigio meccanico. La Zeekr MIX non è solo un’auto elettrica. È la dimostrazione che il futuro della mobilità può essere più creativo di quanto immaginiamo. E forse, per una volta, questo futuro non arriva dall’Occidente ma dall’Oriente. Con buona pace di chi pensava che i costruttori cinesi fossero capaci solo di copiare.